Il 19 settembre I Nomadi tornano con l'album "Live al teatro Dal Verme"
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- By Franco Gigante
- Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
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MILANO. «È tutta la nostra storia, canzoni che vanno dagli anni sessanta fino al 2015, cosa veramente bella: in questo disco c’è tutta la storia de I Nomadi».
Lo ha precisato Beppe Carletti, fondatore de I Nomadi insieme ad Augusto Daolio, per l’album “Live al teatro Dal Verme” in uscita venerdì 19 settembre.
«È come ascoltare un concerto dei Nomadi – ha confermato il leader della band – La storia dei Nomadi è in questo progetto, c’è tanta roba: abbiamo inciso circa 370 brani ma abbiamo fatto una scelta seguendo i gusti delle persone che hanno gradito di più in questi anni; è tutto ‘live’ con veri strumenti musicali perché non usiamo computer, suoniamo davvero, bene o male, ma poco importa».
Dopo dieci anni dall’ultimo album dal vivo, I Nomadi tornano con questo nuovo e attesissimo ‘live’ di 18 canzoni in doppio vinile, formato digitale e cd.
«Abbiamo fatto diverse registrazioni perché non è mai buona la prima per noi – ha osservato Carletti – Abbiamo scelto questa perché è riuscita meglio, non perché abbiamo dato tanto di più: non facciamo differenza fra teatro e teatro, e neanche perché il teatro Dal Verme ci ha pagato».
Questo lavoro rappresenta molto più di una semplice uscita discografica: è un ritorno alle origini, un tributo alla dimensione che da sempre rappresenta l’anima de I Nomadi; la band, che ha fatto della musica dal vivo la sua essenza e il suo motore creativo, regala al pubblico un album carico di emozione, energia e verità.
«Questo ‘live’ è un viaggio emotivo che ci riporta al nostro habitat naturale – ha ammesso il musicista – Siamo nati e cresciuti nei concerti ed è lì che la nostra musica prende davvero vita: è un dono farlo oggi, con una nuova energia e con un pubblico sempre al nostro fianco».
È il primo ‘live’ del cantante Yuri Cilloni che negli ultimi anni ha saputo raccogliere e rinnovare l’eredità storica del gruppo.
«È il primo disco con Yuri dal vivo e sono contento per lui perché è giusto che gli venga riconosciuto questo perché crede in quello che sta facendo – ha sentenziato il tastierista della band – Dà quella giusta interpretazione a tutta la nostra musica, ci rede in quello che canta ed ha un riscontro molto bello da parte del pubblico che ci viene ad ascoltare e quando lo ascolteranno su questo disco sarà ancora più bello».
La new entry Domenico Inguaggiato alla batteria è la nuova forza ritmica che aggiunge freschezza e intensità al suono Nomadi.
«È la prima volta anche per Domenico a fare un ‘live’ – ha sottolineato il leader della band – È una grande soddisfazione ed è possibile immaginare quello che ha fatto in un anno e mezzo che è con noi: ci sono 40 anni di differenza fra noi due ma la musica unisce tutte le età, lui è un bravo ragazzo oltre ad essere un bravo batterista, perciò abbiamo scelto bene».
L’album è stato registrato durante il concerto al teatro Dal Verme di Milano nel dicembre 2024: raccoglie nuove versioni dei grandi classici e arrangiamenti pronti ad emozionare.
«C’è “Cartoline da qui” scritta da Luciano Ligabue e dedicata ad Augusto – ha ribadito Beppe Carletti – È evidente che ci sono pezzi come “Io vagabondo”, “Un pugno di sabbia”, tutta la nostra storia, “Noi non ci saremo”, “Dio è morto”, non abbiamo tralasciato niente della vita che hanno segnato la storia de I Nomadi, brani che abbiamo interpretato in tutti questi anni. Della formazione originaria sono rimasto solo io ma le canzoni sono qui e vivono sempre: le persone cambiano ma le canzoni rimangono, come testimoniano “Auschwitz”, “Canzone per un'amica” o “Dio è morto”».
I Nomadi ritornano dal vivo fra la fine dell’autunno e il prossimo inverno dopo le ultime date del tour estivo il 21 settembre a Capoterra (CA), 26 Apiro (MC), 27 Riccia (CB), 28 San Cesareo (RM), 30 Vasto (CH), 4 ottobre Aglientu (SS), 5 Terralba (OR), 6 Sorrenti (CA), 7 Masainas (SS) e il 10 Vicenza.
«Fra poco renderemo noto il calendario dei prossimi concerti nei teatri – ha concluso Beppe Carletti – Come tutti gli anni ci chiamano perché quanto abbiamo dato è stato fatto col cuore, con una grande risposta del pubblico».