Questa la breve cronistoria del primo: il 20 ottobre del 2009 effettua visita chirurgica presso l’ospedale Moscati  a Taranto per una “cisti” alla spalla.

Il 25 febbraio 2010 doveva effettuare l’operazione e nella stessa data riceveva una telefonata dall’ospedale con la quale si affermava che l’operazione non poteva essere eseguita perché una lampada in sala operatoria era “fulminata”. Dopo una serie di lamentele, una settimana or sono, dallo stesso ospedale facevano sapere che la lampada era stata acquistata ( costo di circa € 7mila), ma che doveva essere effettuata una gara d’appalto per sostituirla.

Morale della favola ad oggi l’operazione per la fastidiosa “cisti” ancora non è stata fatta.

{affiliatetextads 1,,_plugin}La questione della signora riguarda l’ormai famigerata “mammografia”: nel caso di specie la cittadina prenota il 05 agosto 2009 una “mammografia” presso il C.U.P. di Taranto.

Il C.U.P. emette il modulo di prenotazione “mammografia” per il 29 dicembre 2010 con risultato da ritirare a gennaio 2011 (sic!).

Storie emblematiche, dicevamo, ma non casi limite e c’è qualcuno che dice che corrispondano alla normalità.

Secondo Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, quindi, è evidente che serve un repentino cambio di marcia nella sanità pugliese che certamente è nei programmi del governatore VENDOLA e dell’assessore delegato FIORE ai quali rivolgiamo la sollecitazione di tutti i cittadini pugliesi per una sanità più efficiente.