L’immediata attivazione è stato uno dei criteri che ci ha guidato nella selezione delle opere che nel loro complesso interesseranno un milione e mezzo di cittadini pugliesi. Tutti i finanziamenti sono rinvenienti per la maggior parte dai fondi Fesr, risorse immediatamente spendibili e che non impattano con il Patto di stabilità”. Tra i valori aggiunti dell’operazione, l’accelerazione delle procedure per l’attivazione e l’apertura dei cantieri. “C’è un racconto buono che parla di Sud virtuoso, con la schiena dritta, un Sud operoso e perbene – ha detto il presidente Vendola – e il nostro dovere è quello di inserire le scelte in questo racconto buono. C’è anche un racconto cattivo infatti che tende a spezzarci le gambe, ad umiliare i nostri talenti e a mortificare le nostre virtù. Siamo i primi che proviamo ribrezzo di fonte ai 32 proiettili con i quali è stato giustiziato un boss mafioso, ma per fortuna c’è un altro Sud che vuole scrivere pagine di legalità. E i 100 cantieri vogliono essere una di queste pagine”. Molti gli elementi innovativi del progetto racchiuso nelle 32 pagine cartacee di una brochure (con l’elencazione e la spiegazione dei singoli progetti) e virtuali di un sito già on line http://100cantieri.regione.puglia.it che permette di monitorare lo stato di avanzamento dei singoli cantieri.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Una rivoluzione nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini. L’inaugurazione di un nuovo metodo dal quale, così come ha sottolineato Vendola “non torneremo più indietro perché siamo di fronte ad un modello allargato di governance”. Un metodo che “non solo sazia il legittimo diritto alla conoscenza dei cittadini ma serve anche a farli partecipare attivamente”. Vendola ha sottolineato non solo l’equilibrio territoriale dell’intervento (42 cantieri nel grande salento a fronte dei 26 nella provincia di Bari, ai 22 in quella di Foggia e ai 10 della Bat) ma anche l’equilibrio tra aree periferiche e aree centrali, tra territori governati dal centrodestra e territori governati dal centrosinistra.

“Non abbiamo guardato il colore politico – ha detto Vendola – ma credo ci sia un leggero vantaggio per il centrodestra”. Per quanto riguarda la tipologia degli interventi, grande spazio al potenziamento delle infrastrutture sanitarie, in particolare ambulatori specialistici, poliambulatori, consultori e centri di riabilitazione e alle infrastrutture sociosanitarie destinate alla qualificazione dei servizi per gli anziani, i diversamente abili, i bambini ed i cittadini parzialmente autosufficienti. In particolare ci sono 45 cantieri per l’apertura di 31 nuovi asili nido e l’ampliamento di 14 strutture esistenti. A questo proposito, l’assessore Elena Gentile ha sottolineato le prospettive occupazionali derivanti da questi specifici interventi sugli asili nido: “a regime avremo 1.200 posti in più per le bambine e i bambini pugliesi che a loro volta, si traducono in 400 posti di lavoro in più per gli operatori”. Nel complesso quindi il 78% dei cantieri che aprirà entro fine anno riguarda attività nell’ambito della sanità e dei servizi socio-assistenziali. La parte rimanente dei 100 cantieri riguarda 9 opere infrastrutturali tradizionali, come quelle della viabilità e di alcune infrastrutture urbane, nonché 13 interventi altrettanto strategici di difesa del suolo.

Per l’assessore Barbanente “i 100 cantieri non esauriscono lo sforzo che la Puglia sta facendo per contrastare la crisi” e ha ricordato che “ci sono altri 100 cantieri per il recupero del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica che i cinque Iacp pugliesi hanno già messo a bando”. “Con questo progetto – ha concluso Vendola – abbiamo messo in campo una prima e corposa risposta a quella che sta diventando in tutta Italia una questione sociale tracimante. L’Ocse dice che il nostro Paese ha la febbre alta. La crisi sta facendo il suo ingresso nelle case delle famiglie. Bene, è il tempo di chiudere la propaganda e di aprire ciascuno i propri 100 cantieri”. La parte rimanente dei 100 cantieri riguarda 9 opere infrastrutturali tradizionali, come quelle della viabilità e di alcune infrastrutture urbane, nonché 13 interventi altrettanto strategici di difesa del suolo da realizzare in quei territori contrassegnati da maggiori livelli di dissesto sismico ed idro-geologico nei quali vengono messi a repentaglio i livelli di sicurezza delle famiglie e degli operatori economici.