PERUGIA – Ci sarebbe il capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, dietro l'acquisto di una casa in via Gianturco a Roma, in parte pagata - secondo i magistrati di Perugia che indagano sulla cricca degli appalti – con i fondi neri dell’imprenditore Diego Anemone.
L’abitazione, cinque camere vicino a piazzale Flaminio, fu comprata ufficialmente per 390mila euro dal genero di Incalza nel 2004. Ma secondo gli inquirenti, la casa fu pagata molto di più, con altri 520mila euro in assegni che l’architetto Zampolini, collaboratore di Anemone, consegnò al venditore.
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Campo: “Inaugurato nuovo metodo di confronto con il governo regionale”. L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari è pronto ad incontrare i rappresentanti del comitato promotore della DOC Terre del Nero di Troia per approfondire la richiesta e trovare la soluzione al blocco imposto dall’Unione Europea. Lo ha assicurato lo stesso Dario Stefàno ad una delegazione del Partito Democratico di Capitanata – composta dal segretario provinciale, Paolo Campo, il consigliere regionale Franco Ognissanti e il responsabile provinciale del dipartimento Agricoltura, Mirko Di Cataldo – durante un incontro dedicato ad alcune delle emergenze del sistema produttivo agricolo.
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“Apprendiamo dalla stampa lo slittamento di ‘qualche settimana’ della riapertura della linea ferroviaria Foggia-Benevento, che appena 2 giorni fa la Protezione Civile ha detto avrebbe ripreso a funzionare a fine maggio. E’ bene che il sottosegretario Bertolaso intervenga personalmente a spiegarci cosa sta accadendo, sei sono problemi inaspettati da affrontare e quale influenza avranno sulla ripresa dei collegamenti ferroviari e stradali”.
La protesta: "Misurava le teste dei meridionali per dimostrare che erano briganti"
Cesare Lombroso misurava i crani dei meridionali per stabilire chi era brigante. Era un cacciatore di teste, nei reparti piemontesi che combattevano il brigantaggio nel Sud. Quello a lui dedicato a Torino dall’Università è dunque un museo degli orrori e del razzismo, un cimitero di ossa insepolte esposte - per di più a pagamento - al ludibrio e alla vergogna. Va chiuso, o modificato radicalmente.
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Cade il diaframma che proteggeva la quinta operazione immobiliare dell'architetto Angelo Zampolini, lo "spallone" di assegni circolari del costruttore Diego Anemone. E la scoperta del nome di un nuovo e fortunato "beneficiario" di casa, l'ingegnere Ercole Incalza, vecchia conoscenza socialista della Tangentopoli di Lorenzo Necci e Francesco Pacini Battaglia, riporta l'inchiesta di Perugia sui Grandi Appalti nel cuore del Governo. Negli uffici del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, dove oggi Incalza, quale capo della struttura tecnica di missione, è braccio destro del ministro. Le indagini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza hanno infatti accertato che il 7 luglio del 2004, una provvista di 520 mila euro messa a disposizione da Anemone e trasformata da Zampolini in 52 assegni circolari dell'importo di 10 mila euro ciascuno, pagò l'acquisto di oltre la metà dell'appartamento che Incalza volle per la figlia e suo marito a Roma, al civico 5 di via Emanuele Gianturco. Cinque vani con cantina al secondo piano di un palazzo a ridosso del Lungo Tevere. Cinque minuti a piedi da piazza del Popolo, il cuore della città.
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