Anche la Suprema Corte si dimostra intransigente sull'evasione fiscale. Secondo la sentenza n. 38619 del 3 novembre 2010 rischia la reclusione da sei mesi a due anni chi non versa l’iva dichiarata, se il mancato pagamento si estende oltre il 27 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento. Per Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello Dei Diritti” la decisione in esame è importante anche per il calcolo temporale del comportamento omissivo anche per la verifica di applicazione del beneficio dell’indulto. Il Tribunale di Ancona, infatti, aveva applicato questo beneficio nei confronti di un uomo che non aveva versato l’iva dichiarata nell’anno 2005.
Il grande slam svanito per un soffio. Ma la stagione del karateka barese Michele Giuliani merita comunque un bel 10 e lode. Dopo l’oro italiano ed europeo, lo scorso sabato 30 ottobre Giuliani ha conquistato l’ennesimo metallo pregiato della sua carriera sul tatami, l’argento ai Mondiali di Belgrado, nella categoria -60 kg. “Peccato per la finale persa – esclama Giuliani – ma la soddisfazione è e resta enorme. Ovviamente, da campione europeo in carica, avevo una grande pressione addosso. Aggiungete la formula massacrante della competizione, che ci ha concesso un solo giorno di riposo tra le qualificazioni (5 combattimenti) e le fasi finali… Ma l’obiettivo era approdare in finale e aver conquistato addirittura l’argento rappresenta un’impresa che mi riempie di orgoglio”.
La crisi del comparto agricolo pugliese e le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel suo tessuto produttivo deve essere oggetto di discussione dell'assemblea regionale, per dare delle risposte concrete alle tante aziende del comparto che vivono momenti di grande difficoltà. Il comparto agricolo rappresenta da sempre un settore strategico, radicato e ad alto potenziale qualitativo per l'economia della Regione Puglia,nella sola Provincia di Taranto si contano ben 37.000 addetti che operano nel settore agricolo, per un totale di quasi 7.000 aziende. In numerose zone della nostra Regione, il lavoro agricolo rappresenta ancora l'unica fonte di reddito per numerose famiglie, ma adesso data la crisi congiunturale del sitema produttivo ben l'80% degli imprenditori agricoli pugliesi risulta essere indebitato con gli istituti di credito.
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Le dichiarazioni del presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Lecce, Antonio Marotta, rese come precisato a titolo personale, e dell’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, apparse ieri ed oggi rispettivamente su “Il Paese Nuovo” e “Nuovo Quotidiano di Puglia”, non possono restare parole al vento. Si passi ai fatti: il Comune annulli in autotutela tutti gli avvisi di accertamento prescritti. Una leggerezza, per essere benevoli, quella dell’ufficio tributi e fiscalita’ locale: far notificare avvisi di accertamento per anni precedenti al 2005 che -si ribadisce- in assenza di atti interruttivi sono ampiamente prescritti.
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“Le istituzioni della Capitanata si trovano, per l’ennesima volta, a fare i conti con le intimidazioni e i veleni di quanti pensano di potere, per questa strada, impedire l’ordinario e corretto dipanarsi dei processi di governo”. Lo afferma Michele Bordo, deputato del Partito Democratico e componente della commissione bicamerale Antimafia, dichiarando “solidarietà personale e istituzionale” al sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, ed al presidente della Camera di Commercio, Eliseo Zanasi, “finiti nel mirino di ignoti messaggeri di sventura”. “Ci sono alcuni particolari inquietanti in questa vicenda che inducono a temere non si tratti del gesto di un mitomane – continua Bordo – e che la Procura della Repubblica, con il prezioso supporto delle forze dell’ordine, speriamo possa chiarire al più presto per restituire piena e assoluta serenità ai rappresentanti istituzionali minacciati ed alle loro famiglie.
ORSARA DI PUGLIA (Fg) – “La sartoria italiana è la migliore, tu hai primeggiato sui migliori sarti italiani quindi sei il più grande sarto del mondo”. Quando una giornalista tedesca gli ha rivolto queste parole, Michele Mescia ha capito che aveva realizzato il suo sogno. Ago, filo, metro e tanta stoffa per modellare il proprio destino come un abito su misura. Aveva 10 anni quando suo padre decise che era arrivato il momento di andare via da Orsara di Puglia. Arrivato nel Torinese, il piccolo si beccò subito la polmonite. Ci volle un po’ di tempo, ma le prime pesanti difficoltà non fiaccarono la determinazione dei Mescia ad andare avanti. Dopo la prima abitazione umida e malandata, arrivarono una casa più confortevole e qualche spiraglio di luce conquistato con lavoro e sudore. Michele era un bimbo vivace, irrequieto, bisognava trovare qualcosa che potesse incanalarne energie e creatività. Papà Francesco pensò che quel ragazzino dovesse imparare un mestiere.
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