Si dice che l'arte sia la forma più alta della speranza. Ma noi abbiamo smesso di sperare quando abbiamo iniziato ad essere protagonisti e a non delegare più ad altri i nostri bisogni. Per questo siamo qui. Siamo un percorso aperto, contaminato, molteplice, che parte dal basso e a sinistra, che vuole parlare alla moltitudine, coinvolgere le nostre periferie ribelli attraverso un discorso comune che possa far sentire le nostre lotte vicine a quelle che, negli angoli più disparati del mondo, hanno il nostro stesso obiettivo: un mondo che contenga tutti i mondi. In un momento come questo anche le parole, insieme all'arte diventano importanti. Vogliono convincerci dell'ineluttabilità della crisi.
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Molto tempo fa un parroco di nome don Lorenzo Milani ebbe un’idea un po’ folle. Creare una scuola pensata per i bimbi disagiati. Diseredati, costretti a lavorare per portare a casa la pagnotta, sulle quali nessuno avrebbe scommesso una lira. Quella scuola sarebbe passata alla storia per aver creato un metodo didattico innovativo che è tutt’ora studiato nelle facoltà di scienze della formazione. Con “lettera a una professoressa” gli alunni di don Milani lanciano un grido di dignità a un sistema vecchio e classista.
A 45 anni dall’uscita del libro che ha rivoluzionato il concetto di scuola le cose sono davvero progredite?
“La crisi non accenna a mostrare segnali, concreti, d’inversione. Le misure che dovrebbero essere messe in campo per rilanciare la produzione, i consumi e, conseguentemente, l’occupazione sana e duratura, continuano ad essere un miraggio. Gli interveti per incentivare l’occupazione e i percorsi di qualificazione riqualificazione per i soggetti espulsi dal ciclo produttivo sono sufficienti a coprire solo una parte delle reali potenzialità. Non si attuano misure che immettano liquidità e non si cercano soluzioni che possano allentare i rigidi cordoni del patto si stabilità che impedisce agli enti locali di attivare i cantieri”.
Diecimila sono i lavoratori, i disoccupati e gli studenti che stanno sfilando al corteo della CGIL a sostegno della protesta contro la Manovra finanziaria del Governo Berlusconi. (ANTONELLO CASSANO e VALENTINA NINNO bari.repubblica.it)
ORE 11.30 - Piazza Prefettura gremita di gente. Molti i giovani studenti presenti a sostegno dei lavoratori e per protestare contro un futuro che vedono sempre più difficile. Applauso di massa per tutti i presenti alla manifestazione pur non iscritti alla Cgil, ma uniti dall'unico diritto al lavoro. Si stima che in alcune aziende regionali, lo sciopero ha toccato punto del 90% di adesioni.
ORE 11.20 - Il corteo è arrivato in piazza Prefettura. E' stato allestito un palco su cui parleranno i dirigenti sindacali. Il segretario nazionale confederale Cgil, Fabrizio Solari, rimarca duramente i risvolti della manovra: " I costi della politica pesano troppo sui soliti e vìolano i basilari diritti dei lavoratori".
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Meno tempo per impugnare le multe: il ricorso dovrà essere presentato entro trenta giorni, contro i sessanta previsti dal codice della strada (articolo 204-bis). È quanto prevede il decreto legislativo recante disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell'articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69, approvato ieri definitivamente dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento modifica, tra l'altro, anche l'art. 22 della legge 689/1981.
Due manovre in un mese ingiuste, sbagliate, che impoveriscono i lavoratori e i pensionati affondano il Mezzogiorno, tagliano i servizi, la sanità, l’assistenza, violano il contratto nazionale e lo statuto dei lavoratori, discriminano i disabili. Cambiare la politica del governo: senza crescita si perdono occupazione e diritti. Conferma del 25 Aprile, del 1° Maggio e della Festa della Repubblica: sono l’identità del paese
Si può fare una manovra che contrasti la crisiche fa pagare di più chi ha di più e chi non paga mai,che riconosca l’autonomia sindacale, tuteli il lavoro pubblico e tuteli le pensioni, che riduca i costi della politica estendendo gli spazi della democrazia, che qualifichi i servizi e valorizzi il patrimonio pubblico.
CAMBIARE LA MANOVRA per dare un futuro al Paese e investire sull’istruzione e sull’occupazione dei giovani. Il 6 settembre, in occasione dello sciopero generale, i sarà la manifestazione regionale della CGIL. Partenza da Piazza Castello, Bari alle ore 9,00.