Bari- Tumore e procedure mininvasive per la cura non sono più un ossimoro. Anche una “bruciatura” (termoablazione percutanea) può mandare in fumo il cancro, ancor meglio se prima è stato avvelenato con chemioterapia concentrata e depositata in loco (chemioembolizzazione polmonare segmentaria), senza intossicare l’intero organismo.
Tutt’altro che una visione futurista, ma la rivoluzionaria scoperta declinata al presente che ha permesso al dottor Cosmo Damiano Gadaleta, direttore dell’unità operativa complessa di radiologia interventistica e oncologia medica integrata dell’istituto oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari, di aggiudicarsi il “XXIV Premio Internazionale sotto l’egida del Centro Francescano Internazionale di Studi per il Dialogo tra i Popoli e le loro Culture ‘San Francesco e Chiara d’Assisi’, nella sezione “Scienza e Ricerca”.
La sperimentazione pioniera nel mondo, pubblicata nel 2013 su Radiology, ha coinvolto inizialmente 17 pazienti con cancro al polmone, nei cui confronti la distruzione della lesione tumorale, per noduli fino a 5 centimetri è avvenuta con l’ausilio del calore (intorno a 90 gradi centigradi) e senza incisioni chirurgiche. Quanto basta per inaugurare un percorso che sembra una marcia trionfale, messo nero su bianco nella motivazione a margine del recentissimo premio: «L’aver ottenuto il 100% delle risposte terapeutiche complete nei tumori polmonari con diametro tra 0.5 e 3.0 cm e l’80% per quelli fra 3.0 e 5.0 cm, abbinando la termoablazione con la chemioembolizzazione polmonare trans-cardiaca».
«Ci tengo a ringraziare il direttore generale dell’oncologico, Vito Antonio Delvino e il direttore scientifico, Giampietro Gasparini, i quali hanno messo a mia disposizione le strutture, i laboratori e le strumentazioni avveniristiche dell’istituto, imprescindibili per giungere agli importanti risultati raggiunti» chiosa Gadaleta, consapevole di aver riacceso il lumicino della speranza in numerosi pazienti.
Lancette indietro. Mentre in un primo momento la porta del successo si è aperta esclusivamente a noduli con grandezza massima di 2 centimetri (studio compiuto nell’oncologico barese, primo in Europa, nel 2002 e pubblicato nel 2004 su American Journal of Roentgenology), la tenacia del medico barese ha fatto sì che la tecnica potesse essere migliorata ed estesa anche a tumori di dimensioni maggiori. «Dopo una ricerca pluriennale, l’intuizione è stata quella di sostituire con l’acqua l’aria che sta intorno al tumore, ottenendo questo risultato come conseguenza dell’embolizzazione (chiusura temporanea dei vasi sanguigni) operata con un micro-catetere dall’interno dell’arteria polmonare. Si parla tecnicamente di ‘infarto bianco’, reversibile in pochi giorni», chiarisce Gadaleta.
La strategia mininvasiva spalanca l’accesso anche ad altre buone notizie per il paziente, parallele alla guarigione: l'eliminazione di noduli metastatici multipli disseminati nei polmoni che, normalmente, sarebbero stati aggrediti solo con la chemioterapia generale; l’inopportunità di intervenire con più o meno ampie aperture della parete toracica suturate con fastidiosi drenaggi; l’inutilità di lunghi periodi di degenza post-operatoria e l’assenza pressoché totale di complicanze.
Se la consacrazione scientifica della tecnica è stata celebrata con la pubblicazione dello studio su Radiology tre anni fa, l’ultimo marchio di eccellenza è, invece, impresso nel premio che il dottor Gadaleta ritirerà ufficialmente nella città di Massa domenica 2 ottobre; un ambito omaggio al merito che fa il paio con l’ulteriore riconoscimento «per i lavori svolti e la competenza acquisita nella ricerca sull’ipertermia» incassato durante il “34th Annual Conference of the International Clinical Hyperthermia Society (Ichs)” a Pesaro, lo scorso 22 settembre.
Sabato 8 ottobre al Groove di Carpignano Salentino grande party di apertura con SelektionFire e i resident del Parco Gondar, Tetrixx e Kalibandulu, e DjSpike, da sempre al fianco dei BoomDaBash e resident di Samsara e Rio Bo. Non la solita serata, ma un nuovissimo format creato da Mighty Bass Event e SelektionFire con un mescolarsi di generi, dall’elettronica all hip hop, dall’edm alla dancehall, passando per la future dancehall esportata in tutto il mondo dal sound dei Major Lazer. Open act a cura di Mad Vybz.
Con Tetrixx suoni elettronici dal confine mediterraneo. L'electrocrew Made in IItaly esplora territori disconnessi e futuristici della musica, fino a toccare le onde più impetuose e sintetiche dell'elettronica in tutte le sue forme, mescolando suoni e vibrazioni che trasmettono immediatamente il senso caotico e ritmico del nostro vivere. Tutto questo si racchiude in un vortice di voci, campionamenti ed effetti che danno vita ad un set impetuoso ed eclettico. Negli ultimi hanno condiviso la consolle con tantissimi artisti come Partysquad, Congorock, Blatta &Inesha, Cyberpunkers, Vitalic, portando il loro sound nei migliori club, tra cui il Postepay Sound Parco Gondar e le Cave di Gallipoli e Torre Regina Giovanna a Brindisi.
Dj Spike è attivo da più di 10 anni tra importanti club e grandi palchi, ed è stato uno dei primi in Salento a contaminare la Black music con un tocco moderno in vero stile statunitense, portando il suo eclettico set-show in tutta Italia e non solo. Da sempre al fianco ai BoomDaBash come dj ufficiale nei loro live tour e dj set, SPIKE collabora anche con BlowUp Party Crew, resident dei grandi party a Torre Regina Giovanna e conduttori dell'omonimo programma radio su Ciccio Riccio, nel 2014 crea il format Black "SamsaraTunUp" che, con la grande squadra del Samsara Beach, riempie le piste di tutta Italia ed è protagonista dei sold out al Martedì del Villaggio del Rio Bo di Gallipoli.
Kalibandulu è uno dei sound system più attivi in italia, dediti ad un mix esplosivo di Dancehall, Trap, Edm e Hip Hop. Il gruppo nasce nel 1999 e attualmente è formato da Dj Moiz, King T & Don Leo, remixer e cultori del juggling in Italia e in Europa. Oltre ad essere il punto di riferimento per gli eventi reggae / dancehall in Italia, Kalibandulu ha calcato importanti palchi europei e americani e vincendo competizioni quali il Tag Team Clash nel 2009 a Miami; Ha condiviso stage con artisti del calibro di Walshy Fire dei Major Lazer, col quale sono stati in tournée europea nelle estati del 2014, 2015 e 2016.
Una festa tutta da ballare con il primo di una serie di appuntamenti destinati a diventare punto di riferimento della nuova stagione invernale salentina.
GROOVE - zona industriale - Carpignano Salentino (LE)
INFO LINE: 345.98.18.892 // 328.85.03.639
ALI, PONTI E PONTILI NELL'ANNO PAISIELLANO - MOSTRA D'ARTE VISIVA, FINO AL 30 SETTEMBRE A PALAZZO PANTALEO.
Concerto letterario - Testi da Giacomo Casanova e Lorenzo Da Ponte a cura di Barbara Gizzi
Venerdì 30 settembre alle ore 20:30 presso Palazzo Pantaleo nella Città Antica di Taranto, Massimo Cimaglia offrirà il suo contributo artistico alle celebrazioni per il Bicentenario della morte di Giovanni Paisiello; l’attore Tarantino, particolarmente impegnato nelle attività culturali della città nonostante i suoi numerosi impegni in spettacoli teatrali, film e fiction televisive, ha lavorato con molti attori e registi prestigiosi, oltre a scrivere e produrre opere che hanno Taranto come protagonista principale.
L’iniziativa rientra nella rassegna di “Incontri, Musica e Idee sulle sponde del Mar Piccolo”, “Ali, Ponti e Pontili 2016”, con il Patrocinio del Comune di Taranto e del 65° Deposito Terr.Aeronautica Militare e conclude la Mostra D'arte Visiva Ali Ponti e Pontili nell'anno Paisiellano - a cura e con gli artisti dell' Associazione L'Impronta in collaborazione con l’Ass. Ideas & Dreams-NON SOLO PAROLE – in esposizione dal 18 settembre scorso a Palazzo Pantaleo.
La soprano Rosa Ciracì, è interprete del più vario mondo musicale: spazia dalla lirica all’ operetta, dalla musica sacra alla canzone classica internazionale e napoletana, dai critici la sua voce è stata definita passionale, impulsiva, calorosa, profonda e sincera.
L’esecuzione musicale è affidata alla tarantina M° Alessandra Corbelli, pianista, accompagnatrice di cantanti lirici, nonché camerista e clavicembalista dell’ "Orchestra del Settecento” dal 1995 al 2007; intensa la sua attività di concertista, collabora assiduamente con l'Istituto di Alta Formazione 'G.Paisiello' di Taranto.
Provocazione, raffinatezza, gusto edonistico per la vita. I libertini del Settecento rivendicano per sé stessi un'esistenza libera dalla morale comune, che sfidi le regole, che realizzi - attraverso viaggi e avventure rocambolesche - un'indipendenza di pensiero e di costume sconosciuta al rigido bigottismo del XVII secolo immerso nella Controriforma.
Giacomo Casanova è forse il più smagliante e vitale esempio di libertino di questi tempi: avventuriero, poeta, scrittore, intelligenza viva e sagace. Le sue Memorie sono fondamentali per chi voglia conoscere il secolo illuminista e rivoluzionario dalla parte di questo spirito libero, coinvolto in avventure sempre ai limiti del pericolo.
Lorenzo da Ponte, passato alla storia come il miglior librettista di Mozart (con cui realizzò Don Giovanni, Così fan tutte e Le nozze di Figaro), era un abate ma anche uno spiritoso e irriducibile libertino, spregiudicato, sempre innamorato, fu accusato di concubinaggio e bandito dalla Repubblica di Venezia. Anche le sue Memorie sono un documento straordinario e divertente dei costumi dell'epoca.
LE DONNE, LA MUSICA, GLI AMORI ... offre un viaggio brillante e piacevole nelle avventure licenziose di questi due impenitenti personaggi attraverso la lettura di Massimo Cimaglia e il canto della soprano Rosa Ciracì, riportandoci, anche attraverso la sua raffinata spensieratezza, in un'epoca in cui tutto è accaduto e il mondo è cambiato.
Sono stati finalmente resi noti i nomi dei vincitori del concorso letterario ‘Salento Quante Storie’ nella cerimonia di premiazione avvenuta venerdì 23 settembre 2016 presso il Best Western Plus Leoni di Messapia Hotel. La competizione è stata ideata, da qualche anno a questa parte, dalla casa editrice Edizioni Città Futura di Lecce con l’obiettivo di esaltare tutto ciò che di bello caratterizza il territorio salentino attraverso racconti ambientati tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Secondo il regolamento ogni partecipante ha il compito di redigere una breve storia, senza limiti nella scelta del genere, con l’unico obbligo di svilupparlo nel Salento con chiari riferimenti alle sue tradizioni e ai suoi paesaggi. Gli elaborati vengono giudicati da una commissione di esperti che individua i dieci migliori racconti i quali verranno poi successivamente pubblicati in un unico volume intitolato proprio ‘Salento Quante storie’. Sono poi i lettori del libro a scegliere il vincitore assoluto tra i dieci autori eletti dalla giuria. L’iniziativa, nel suo evolversi, è cresciuta notevolmente sia in termini di adesioni che di qualità degli scritti, arrivando a contare tra i partecipanti nomi conosciuti nell’ambito culturale locale. La terna dei tre autori più votati dai lettori, tra quelli che sono stati considerati più meritevoli dalla commissione esaminatrice nella terza edizione del concorso, era composta da Salvatore Sindaco, primo posto con il racconto ‘Marco da Melendugno. Da San Niceta a Càsole’, Ezio Riccardo Epifani, secondo posto con ‘Tra sogno e realtà’, e Mimma Leone, terzo posto con ‘L’angelo imperfetto’. Sindaco è risultato, quindi, il vincitore assoluto di ‘Salento Quante Storie 3’, ottenendo un premio in denaro di 500 euro. Il suo racconto è ambientato in epoca medievale e vede come protagonista il ragazzino Marco che cerca di apprendere, tra le mura di un convento, i segreti delle erbe medicinali salentine, dimostrando intraprendenza e coraggio. Nella stessa occasione sono stati presentati ufficialmente i dieci migliori autori della quarta edizione del concorso, i cui racconti andranno a comporre il libro ‘Salento Quante Storie 4’. Questa volta a contendersi il titolo di vincitore assoluto che verrà designato da coloro che acquisteranno la raccolta, in ordine casuale, sono: Claudia Forcignanò di Lecce con ‘Il lungo abbraccio di Iside- Storia di un ritorno’, Maria Carrassi di Lecce con ‘Provare per credere’, Giulia Reale di Novoli con ‘Sotterfugi Barocchi’, Isabella Malecore di Lizzanello con ‘Il profumo dei ricordi’, Anna Leo di Lecce con ‘Una stella sul casale’, Sabrina Maniglio di Zollino con ‘Di bellezza e sacrificio’, Monica Conforti di Lecce con ‘Io sono il mare’, Antonio Cotardo di Caprarica di Lecce con ‘Il calzolaio dal cuore grande’, Maria Stefania Ricchiuto di Lecce con ‘NeroMare’ e Alessio Palumbo di Aradeo con ‘Un gioco non voluto’. A loro una pergamena come riconoscimento del traguardo raggiunto, consegnata, come nel caso degli altri premi, dal giornalista Antonio Greco, in qualità di addetto stampa del Comune di Lecce. Nella parte finale della cerimonia, allietata dalle musiche di Antonio Cotardo, l’editore Maurizio Meo ha presentato la quinta edizione del concorso con l’apertura delle iscrizioni. Per tutti coloro che vorranno partecipare è possibile scaricare il regolamento dal sito della casa editrice www.edizionicittafutura.com
Venerdì 23 p.v. alle ore 19:00 nel Palazzo Pantaleo nella Città Antica di Taranto il prof. Antonio Fornaro terrà una conferenza sul tema: “Il ‘700 Tarantino”. Il relatore partirà dalle innovazioni e dagli aspetti sociali del ‘700 italiano per poi soffermarsi sul ‘700 tarantino attraverso le fonti storiche, con particolare riferimento al Catasto Onciario del 1746 e alle testimonianze dei
A sottolineare il connubio tra arte visiva e musica, cifra della manifestazione, Ospiti d’onore della serata, i maestri dell’ Accademia Mezzogiorno Musicale Franco Mezzena e Nancy Barnaba, che si sono esibiti in un virtuosistico concerto a due violini con musiche di Viotti, De Bériot e Wieniawski.
Straordinario debutto per Moros, il Salice Salentino DOP Riserva prodotto da Claudio Quarta Vignaiolo nella sua piccolissima cantina nel cuore del Salento, a Guagnano, che con la sua prima annata riceve i prestigiosi 90 punti da Wine Spectator e Robert Parker.
Moros, nasce nella omonima cantina, situata nelle Terre del Negroamaro, la zona della DOP Salice Salentino, a Guagnano, in provincia di Lecce, probabilmente l’unica “One Garage Wine” pugliese, sicuramente tra le pochissime realtà in Italia dedicate alla produzione esclusiva di un solo vino, peraltro in piccolissime quantità (sei mila bottiglie ad anno).
Affacciatosi sul mercato internazionale appena un anno fa, il Salice Salentino Riserva conquista quindi le grandi penne americane e il palato dei più grandi giudici internazionali del vino: Robert Parker sul suo The Wine Advocate e Wine Spectator hanno infatti assegnato entrambi un prestigioso 90/100 alla prima annata del Moros, la pregiata vendemmia 2012, ormai etichetta da collezione.
Soddisfazione e tanta emozione in casa Quarta: “E’ un primo importantissimo obiettivo raggiunto – commenta Claudio Quarta – che ci motiva ad essere ancora più determinati e innamorati della nostra sfida: ottenere un cru d’eccellenza da viti che hanno più di trent’anni, isolare l’intero processo produttivo per mantenere l’essenza autentica di un vino cha ha scritto la storia di questo territorio, il Salento, e quindi dedicare solo ed esclusivamente ad esso la nostra piccolissima cantina Moros. Dove applichiamo un concetto unico: “Un Vigneto, una Cantina, un Vino”. È un sogno che si avvera”.
Un sogno che gli dedica proprio l’America, il Paese d’adozione di Claudio Quarta, quando da ricercatore genetista e imprenditore bio-farmaceutico firmò un’operazione rimasta negli annali della Finanza internazionale, quotando prima sul mercato italiano e poi al Nasdaq di New York la società farmaceutica a cui aveva dato vita per salvare il Centro di Ricerche di Gerenzano, destinato a essere chiuso nonostante fosse noto in tutto il mondo per l’eccellenza della sua Ricerca. L’America che lo aveva allora fagocitato, dunque, dove è nato il suo progetto di vignaiolo italiano del Sud, oggi si innamora di lui e del suo vino.
Moros nasce nel Salento, da alberelli di Negroamaro e pochissimi ceppi di Malvasia nera, come da antica tradizione salentina, in un vecchio vigneto di 1 ettaro e 3 salvato dall’abbandono. La vendemmia è rigorosamente manuale e la resa è bassissima, poiché l’obiettivo è un’altissima qualità: solo 80 quintali di uva, invece dei 160 previsti dal disciplinare del Salice Salentino. Le uve vengono lavorate nella cantina di Guagnano e il vino viene trasferito per gravità giù nelle vecchie vasche della bottaia ipogea, dove riposano 12 mesi in barrique e in botti di rovere francese e americano, in un contesto produttivo noto per la originale compresenza di arte, architettura industriale e vino.
Cantina Moros insieme a Tenute Emèra, situata in provincia di Taranto, e Cantina Sanpaolo in Irpinia, realizzano il suo sogno di produrre vini unici che valorizzano ed esprimono i territori in cui sorgono.