Tra le 9 migliori idee innovative nell'agrifood pugliese 'sbocciate' grazie alla collaborazione tra Università di Foggia e imprese, figura anche il progetto ‘Ristoranti pugliesi in Italia’,finalizzato a mettere in vetrina le proposte eno-gastronomiche dei tanti ristoranti che propongono cucina pugliese in Italia, oltre i confini della Puglia.
Nato da un’idea di Michele Papavero, founder del network pugliaconvegni, il progetto si è sviluppato grazie a una ricerca effettuata in collaborazione con la sociologa Fiammetta Fanizza, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo foggiano.
In sintesi, dallo studio effettuato si evince che: i ristoranti pugliesi, con o senza pizzeria, in Italia sono oltre 180; le città dove ci sono più locali che propongono specialità pugliesi sono nell'ordine Milano (57), Roma (15) e Torino (9); ogni giorno oltre 5.400 buongustai italiani e stranieri mangiano almeno un piatto pugliese (complessivamente circa 2 milioni in un anno); il giro d’affari annuo sviluppato dai ristoranti selezionati sarebbe di poco inferiore ai 55 milioni di euro.
Il progetto è stato considerato dal comitato scientifico di AFIE (Apulia Food Innovation Excellence) tra i più promettenti in termini di: grado di innovazione rispetto allo stato dell’arte, coerenza con il territorio e impatto sul mercato e si è classificato alle spalle dell'innovazione definita ‘Gluten Friendly’ ricercata per la 'Casillo Group'. Una sua scheda di presentazione è consultabile sfogliando la home page di www.apulianfirst.it, sito di riferimento di AFIE.
La cucina pugliese rappresenta attualmente uno degli esempi più interessanti nel panorama italiano delle cucine regionali, per la sua capacità di slanciarsi verso percorsi di sperimentazione, frutto della creatività degli chef, senza disancorarsi dalla tradizione. Un fenomeno, quello dei ristoranti pugliesi in Italia che, negli ultimi anni grazie agli ampi consensi ottenuti dalla cucina pugliese e all’alto livello di professionalità raggiunto dagli esperti ai fornelli, ha fatto registrare una straordinaria evoluzione.
Definito, dopo attente fasi di ricerca ed elaborazione condotte dalla 'AlesinaAdv', il logo che caratterizzerà l'intero progetto e ultimata la fase di raccolta delle storie alla base della scelta di aprire un ristorante pugliese oltre i confini regionali, ‘Ristoranti pugliesi in Italia’ a breve irromperà nella ‘rete’, con un sito e con specifiche pagine sui social media.
Senza mai formulare classifiche di merito, il progetto si pone l’obiettivo di favorire i processi di comunicazione tra ristoratori, clienti e produttori pugliesi e la promozione della cucina pugliese, delle proposte dei singoli ristoranti e dei prodotti eno-gastronomici d’eccellenza, in particolare, di quelli frutto della ricerca scientifica.
Sava (Ta) - Giovedì 23 Giugno 2015 dalle ore 18.30 in poi, ha avuto luogo l’evento culturale denominato “ Il Corteo Storico dello Schiavo ” presso il comune di Sava, giunto ormai alla sua ben consolidata XI edizione. Il singolare evento è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Sava targata Dario Iaia, con l’operosa collaborazione dell’ Associazione Turistica Pro Loco di Sava guidata dal presidente Giovanni De Matteo e dell’ “Accademia della Moda Maria Antonietta” diretta dalla prof.ssa Maria Antonietta Calò. Da quest’anno, l’invito a collaborare è giunto anche all’Associazione di Promozione Sociale e Culturale “Terra Nostra” di Fragagnano guidata dal presidente Orazio Surgo. Col singolare evento, la Pro Loco di Sava da ben undici anni, cerca di manifestare la propria devozione nei confronti della “Madonna di Pasano” con la “Rievocazione Storica dello Schiavo” riproponendo alla comunità locale e non, una scena molto particolare, la processione che accompagnò uno schiavo turco per ricevere il Battesimo cristiano, che per grazia ricevuta direttamente dalla “ Madonna di Pasano ” ebbe la liberazione dal suo “ Status Servitutis ” - stato di servitù. Tale fonte bibliografica, è rintracciabile nel “Primo Registro dei Battezzati” redatto già in tempi antecedenti al 1605. Secondo una tradizione storica – bibliografica nel 1605, il Barone di Lizzano Marcantonio De Raho, accasatosi in quel periodo presso il Casale di Sava, Capitano dei Cavaieri del dipartimento di Terra d’Otranto, avendo partecipato ad una battaglia contro i Turchi che avevano tentato di assediare il vicino Principato di Taranto, fece prigioniero un corpulento militare turco rendendolo schiavo, costretto dal Barone in persona a portare grossi possedimenti di sua proprietà dal Casale di Sava alla Contrada Pasano e viceversa. Tale pratica era già prevista dal decreto della Regia Camera Sommaria di Napoli del 1575. Secondo determinate usanze, gli schiavi che non volevano accettare lo stato di sottomissione al proprio padrone, non riconoscendo lo “Status Servitutis”, erano costretti a camminare e a lavorare legati ad un cippo di ferro vincolato ad una catena stretta alla caviglia di un piede. Stando alla tradizione orale e bibliografica del tempo, il primo sabato di marzo del 1605, alcune donne, ritornando dal consueto pellegrinaggio dall’antico “Santuario della Madonna di Pasano”, mosse d’animo nei confronti del povero schiavo, gli suggerirono di porgere alla Vergine di Pasano, delle orazioni per ricevere delle grazie. Lo schiavo, che era di credo pagano, dopo svariate cadute sul pesante cippo, rivoltosi in direzione dell’Antica “Chiesa della Vergine col Bambino” che sorgeva nei pressi dell’attuale “Santuario di Pasano” accettò i suggerimenti delle pie donne promettendo di chiedere il battesimo cristiano ed intonò delle preghiere rivolte alla Santa Vergine che accolse la sua umile supplica. In quel preciso istante, per intercessione della Madonna di Pasano, cadde un masso, un “Omphalos” chiamato così dai Greci perché pietra sacra caduta dal cielo, secondo alcuni da un muretto a secco posto a delimitare il limes della contrada, secondo altri direttamente dal cielo che schiantandosi proprio sulla traiettoria del cippo, ne spezzò le catene lasciandolo illeso. Questi, rimasto fedelissimo alla promessa fatta, chiese alle autorità ecclesiali dell’epoca di ottenere il Battesimo per diventare Cristiano. Dopo aver praticato il periodo di osservanza, il 12 giugno del 1605 presso l’antichissima Chiesa denominata “ Mater Domini” che all’epoca fu la prima Chiesa Parrocchiale del Casale di Sava, ricevette il Battesimo. Tale avvenimento è testimoniato, dunque, nel Primo Registro dei Battezzati dell’Archivio Storico Parrocchiale, custodito presso la Chiesa “Mater Domini”. Dalle attestazioni, si evince che prima della solenne funzione religiosa, si attuò una processione per le vie del centro storico del Casale di Sava, in cui vi presero parte le autorità del Casale, con a capo alcuni esponenti della nobile famiglia “Prato”, all’epoca feudatari del “Casale di Sava”, della “Contrada Pasano” e della “Contrada Agliano”. Tra questi, si annovera la presenza del nobile Barone Ottavio Prato che fu il padrino del Battezzato, dei sacerdoti della parrocchia fra i quali Don Donato del Martire che ministrò il Sacramento, inoltre furono presenti anche i confratelli della Congregazione del Santissimo Sacramento, l’unica esistente in quel periodo, tutto il corteo fu incorniciato dal popolo che assieme al battezzando, intonò canti ed orazioni in onore della Madonna di Pasano. Lo schiavo turco, avendo ricevuto la grazia richiesta, avendo abbandonato lo “ status servitutis” ed essendosi convertito al Cristianesimo, col Santissimo Sacramento del Battesimo prese il nome di Francesco. Il singolare evento prodigioso, inoltre, è testimoniato in calce in una trascrizione degli avvenimenti storici del Processo Canonico svoltosi presso la Curia di Oria l’8 marzo 1718 realizzata dal vescovo di OriaMonsignor Kalefati, custodita oggigiorno presso l’Archivio della Curia Vescovile di Oria. A distanza di circa un secolo dall’ evento prodigioso accaduto, nella stessa ubicazione, che secondo la tradizione avvenne il “Miracolo dello Schiavo”, intorno al 1715 un nobile feudatario del Casale di Oria, un certo Giosuè Antonio Mùccioliaccasatosi in quel periodo presso il Casale di Sava, anch’esso devoto alla Sacra Icona della Vergine di Pasano, effige sacra di matrice bizantina rappresentante la Vergine col Bambino, lastra dipinta su un banco tufaceo e impreziosita da preziosi diademi, ritrovata e custodita in seguito al movimento iconoclasta (distruzione forzata e/o occultamento delle icone sacre cristiane) emanato dall’imperatore bizantino Leone Isaurico nella prima metà dell’ VIII secolo d.C., mosso da infinita carità volle edificare la “Cappella dello Schiavo” a ricordo del sopracitato miracolo. Nella cappella, presente ancora oggi nell’agglomerato urbano del Comune di Sava, all’epoca venne custodita una teca con all’interno il “miracoloso macigno – Omphalos” mentre la “catena” legante la caviglia, venne custodita nell’allora “Chiesa di Pasano” verosimilmente di matrice quattrocentesca, che andò a sostituire un antico tempio ipogeico di divinità ctonie pagane, chiesa che intorno al 1712 a sua volta, venne sostituita. Oggigiorno entrambi i reperti miracolosi, sono custoditi presso l’attuale “Santuario della Madonna di Pasano”. Codesto santuario, venne edificato intorno al 1712 da una piccola comunità in segno di ripopolamento dell’intero casale. Il santuario, che nel corso degli anni ha subìto innumerevoli opere di restauro in seguito al grande terremoto di Nardò del 1743, attualmente sorge sulle fondamenta di un antichissimo tempio ipogeico di matrice pagana, edificato a sua volta in onore di alcune divinità femminilictonie ( divinità sotterranee) legate al culto della Madre Terra. In seguito alla diffusione del nuovo credo, venne adibita al culto cristiano con segni indelebili della cristianità locale. Infatti al suo interno in corrispondenza dell’altare maggiore, presenta un “gran dossale” in pietra leccese scolpito intorno al grande lastrone tufaceo dipinto ed impreziosito da sculture e decorazioni, che fanno da cornice al dipinto bizantino della “Madonna Odegetria” (Madonna che indica la via da intraprendere) legata alla credenza popolare locale secondo cui la Madonna indicasse ai viandanti pellegrini la giusta via da percorrere, venne ribattezzata successivamente “Madonna di Pasano”.Rientrando nel vivo del corteo, il centro storico del Comune di Sava, ha visto il susseguirsi della rievocazione storica della processione che accompagnò lo Schiavo Turco in chiesa per ricevere il Sacramento del Battesimo Cristiano. Al corteo, dunque, erano presenti figuranti che rappresentavano il “ Corteo Storico dello Schiavo” formato dalle famiglie nobiliari secentesche dell’epoca, il clero, i popolani e lo schiavo che per tutto il tragitto delle vie interessate del centro storico, ha trainato letteralmente la fedelissima riproduzione del “ Miracoloso Macigno – Omphalos” su un carretto ligneo, a simboleggiare tutte le fatiche che il povero schiavo Francesco fu costretto a subire. Gli abiti di scena sono stati realizzati dalle mani esperte dell’Accademia della Moda “ Maria Antonietta” del Comune di Sava, curata e diretta dalla prof.ssa Maria Antonietta Calò. Erano presenti, inoltre, i figuranti del “Corteo Storico del Transito di Sant’Antonio di Padova” coadiuvati dai figuranti del “ Corteo Storico del Torneo dei Rioni Possessio Fregani” composti dalle famiglie nobiliari a cavallo fra il 1200 ed il 1300, frati francescani, clarisse, cavalieri templari, arcieri, popolani, madonne primavera e ciascun caporione. Tutti gli abiti utilizzati dai figuranti del Corteo del Transito di Sant’Antonio e del corteo del Torneo dei Rioni, sono stati creati dalle mani operose dell’Associazione di Promozione Culturale e Sociale “Terra Nostra” del Comune di Fragagnano, guidata dal presidente Orazio Surgo. Momento più suggestivo dell’intero evento è stato rappresentato dall’inginocchiamento dello schiavo turco davanti all’altare della “Cappella dello Schiavo”, che in profonda orazione ha accolto il Sacramento battezzandosi col nome di Francesco. Ad accompagnare melodicamente i tre cortei storici durante la parata nelle vie del Comune, sono stati i rintocchi festosi delle trombe e dei tamburi del “Gruppo Sbandieratori e Musici S.Domenico” di Oria che con i loro spettacoli aerei, hanno saputo tenere col fiato sospeso tutti i presenti. Ad accompagnare il tutto, è stato anche il “Gruppo dei Tamburini del Barone di Freganius” del Comune di Fragagnano, che con il fragoroso ma melodico suono dei tamburi, ha allietato lo scandire dei vari momenti della parata nel cuore del centro storico del Comune di Sava, accompagnando degnamente i propri cortei storici. Da un’intervista realizzata al presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Sava, Giovanni De Matteo si è espresso dicendo che l’evento organizzato in questa VI edizione, ha raccolto frutti maturi ben meritati grazie alla plurima collaborazione tra varie associazioni anche di provenienza differente, la chiave di tale successo, inoltre, è stata la fusione sinergica di diversi progetti culturali dimostrata dai copiosi spettatori.
Eccezionale successo, dunque, quello meritato dal “Corteo Storico dello Schiavo” organizzato dall’Associazione Turistica Pro Loco Sava, Giovedì 23 Giugno 2015 presso il Comune di Sava.
di Vincenzo Ludovico
locandina "Corteo dello Schiavo" - XI ed. Sava (Ta)
Sava (Ta) - Giovedì 23 Giugno 2015 dalle ore 18.30 in poi, ha avuto luogo l’evento culturale denominato “ Il Corteo Storico dello Schiavo ” presso il comune di Sava, giunto ormai alla sua ben consolidata XI edizione. Il singolare evento è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Sava targata Dario Iaia, con l’operosa collaborazione dell’ Associazione Turistica Pro Loco di Sava guidata dal presidente Giovanni De Matteo e dell’ “Accademia della Moda Maria Antonietta” diretta dalla prof.ssa Maria Antonietta Calò. Da quest’anno, l’invito a collaborare è giunto anche all’Associazione di Promozione Sociale e Culturale “Terra Nostra” di Fragagnano guidata dal presidente Orazio Surgo. Col singolare evento, la Pro Loco di Sava da ben undici anni, cerca di manifestare la propria devozione nei confronti della “Madonna di Pasano” con la “Rievocazione Storica dello Schiavo” riproponendo alla comunità locale e non, una scena molto particolare, la processione che accompagnò uno schiavo turco per ricevere il Battesimo cristiano, che per grazia ricevuta direttamente dalla “ Madonna di Pasano ” ebbe la liberazione dal suo “ Status Servitutis ” - stato di servitù. Tale fonte bibliografica, è rintracciabile nel “Primo Registro dei Battezzati” redatto già in tempi antecedenti al 1605. Secondo una tradizione storica – bibliografica nel 1605, il Barone di Lizzano Marcantonio De Raho, accasatosi in quel periodo presso il Casale di Sava, Capitano dei Cavaieri del dipartimento di Terra d’Otranto, avendo partecipato ad una battaglia contro i Turchi che avevano tentato di assediare il vicino Principato di Taranto, fece prigioniero un corpulento militare turco rendendolo schiavo, costretto dal Barone in persona a portare grossi possedimenti di sua proprietà dal Casale di Sava alla Contrada Pasano e viceversa. Tale pratica era già prevista dal decreto della Regia Camera Sommaria di Napoli del 1575. Secondo determinate usanze, gli schiavi che non volevano accettare lo stato di sottomissione al proprio padrone, non riconoscendo lo “Status Servitutis”, erano costretti a camminare e a lavorare legati ad un cippo di ferro vincolato ad una catena stretta alla caviglia di un piede. Stando alla tradizione orale e bibliografica del tempo, il primo sabato di marzo del 1605, alcune donne, ritornando dal consueto pellegrinaggio dall’antico “Santuario della Madonna di Pasano”, mosse d’animo nei confronti del povero schiavo, gli suggerirono di porgere alla Vergine di Pasano, delle orazioni per ricevere delle grazie. Lo schiavo, che era di credo pagano, dopo svariate cadute sul pesante cippo, rivoltosi in direzione dell’Antica “Chiesa della Vergine col Bambino” che sorgeva nei pressi dell’attuale “Santuario di Pasano” accettò i suggerimenti delle pie donne promettendo di chiedere il battesimo cristiano ed intonò delle preghiere rivolte alla Santa Vergine che accolse la sua umile supplica. In quel preciso istante, per intercessione della Madonna di Pasano, cadde un masso, un “Omphalos” chiamato così dai Greci perché pietra sacra caduta dal cielo, secondo alcuni da un muretto a secco posto a delimitare il limes della contrada, secondo altri direttamente dal cielo che schiantandosi proprio sulla traiettoria del cippo, ne spezzò le catene lasciandolo illeso. Questi, rimasto fedelissimo alla promessa fatta, chiese alle autorità ecclesiali dell’epoca di ottenere il Battesimo per diventare Cristiano. Dopo aver praticato il periodo di osservanza, il 12 giugno del 1605 presso l’antichissima Chiesa denominata “ Mater Domini” che all’epoca fu la prima Chiesa Parrocchiale del Casale di Sava, ricevette il Battesimo. Tale avvenimento è testimoniato, dunque, nel Primo Registro dei Battezzati dell’Archivio Storico Parrocchiale, custodito presso la Chiesa “Mater Domini”. Dalle attestazioni, si evince che prima della solenne funzione religiosa, si attuò una processione per le vie del centro storico del Casale di Sava, in cui vi presero parte le autorità del Casale, con a capo alcuni esponenti della nobile famiglia “Prato”, all’epoca feudatari del “Casale di Sava”, della “Contrada Pasano” e della “Contrada Agliano”. Tra questi, si annovera la presenza del nobile Barone Ottavio Prato che fu il padrino del Battezzato, dei sacerdoti della parrocchia fra i quali Don Donato del Martire che ministrò il Sacramento, inoltre furono presenti anche i confratelli della Congregazione del Santissimo Sacramento, l’unica esistente in quel periodo, tutto il corteo fu incorniciato dal popolo che assieme al battezzando, intonò canti ed orazioni in onore della Madonna di Pasano. Lo schiavo turco, avendo ricevuto la grazia richiesta, avendo abbandonato lo “ status servitutis” ed essendosi convertito al Cristianesimo, col Santissimo Sacramento del Battesimo prese il nome di Francesco. Il singolare evento prodigioso, inoltre, è testimoniato in calce in una trascrizione degli avvenimenti storici del Processo Canonico svoltosi presso la Curia di Oria l’8 marzo 1718 realizzata dal vescovo di OriaMonsignor Kalefati, custodita oggigiorno presso l’Archivio della Curia Vescovile di Oria. A distanza di circa un secolo dall’ evento prodigioso accaduto, nella stessa ubicazione, che secondo la tradizione avvenne il “Miracolo dello Schiavo”, intorno al 1715 un nobile feudatario del Casale di Oria, un certo Giosuè Antonio Mùccioliaccasatosi in quel periodo presso il Casale di Sava, anch’esso devoto alla Sacra Icona della Vergine di Pasano, effige sacra di matrice bizantina rappresentante la Vergine col Bambino, lastra dipinta su un banco tufaceo e impreziosita da preziosi diademi, ritrovata e custodita in seguito al movimento iconoclasta (distruzione forzata e/o occultamento delle icone sacre cristiane) emanato dall’imperatore bizantino Leone Isaurico nella prima metà dell’ VIII secolo d.C., mosso da infinita carità volle edificare la “Cappella dello Schiavo” a ricordo del sopracitato miracolo. Nella cappella, presente ancora oggi nell’agglomerato urbano del Comune di Sava, all’epoca venne custodita una teca con all’interno il “miracoloso macigno – Omphalos” mentre la “catena” legante la caviglia, venne custodita nell’allora “Chiesa di Pasano” verosimilmente di matrice quattrocentesca, che andò a sostituire un antico tempio ipogeico di divinità ctonie pagane, chiesa che intorno al 1712 a sua volta, venne sostituita. Oggigiorno entrambi i reperti miracolosi, sono custoditi presso l’attuale “Santuario della Madonna di Pasano”. Codesto santuario, venne edificato intorno al 1712 da una piccola comunità in segno di ripopolamento dell’intero casale. Il santuario, che nel corso degli anni ha subìto innumerevoli opere di restauro in seguito al grande terremoto di Nardò del 1743, attualmente sorge sulle fondamenta di un antichissimo tempio ipogeico di matrice pagana, edificato a sua volta in onore di alcune divinità femminili ctonie ( divinità sotterranee) legate al culto della Madre Terra. In seguito alla diffusione del nuovo credo, venne adibita al culto cristiano con segni indelebili della cristianità locale. Infatti al suo interno in corrispondenza dell’altare maggiore, presenta un “gran dossale” in pietra leccese scolpito intorno al grande lastrone tufaceo dipinto ed impreziosito da sculture e decorazioni, che fanno da cornice al dipinto bizantino della “Madonna Odegetria” (Madonna che indica la via da intraprendere) legata alla credenza popolare locale secondo cui la Madonna indicasse ai viandanti pellegrini la giusta via da percorrere, venne ribattezzata successivamente “Madonna di Pasano”. Rientrando nel vivo del corteo, il centro storico del Comune di Sava, ha visto il susseguirsi della rievocazione storica della processione che accompagnò lo Schiavo Turco in chiesa per ricevere il Sacramento del Battesimo Cristiano. Al corteo, dunque, erano presenti figuranti che rappresentavano il “ Corteo Storico dello Schiavo” formato dalle famiglie nobiliari secentesche dell’epoca, il clero, i popolani e lo schiavo che per tutto il tragitto delle vie interessate del centro storico, ha trainato letteralmente la fedelissima riproduzione del “ Miracoloso Macigno – Omphalos” su un carretto ligneo, a simboleggiare tutte le fatiche che il povero schiavo Francesco fu costretto a subire. Gli abiti di scena sono stati realizzati dalle mani esperte dell’Accademia della Moda “ Maria Antonietta” del Comune di Sava, curata e diretta dalla prof.ssa Maria Antonietta Calò. Erano presenti, inoltre, i figuranti del “Corteo Storico del Transito di Sant’Antonio di Padova” coadiuvati dai figuranti del “ Corteo Storico del Torneo dei Rioni Possessio Fregani” composti dalle famiglie nobiliari a cavallo fra il 1200 ed il 1300, frati francescani, clarisse, cavalieri templari, arcieri, popolani, madonne primavera e ciascun caporione. Tutti gli abiti utilizzati dai figuranti del Corteo del Transito di Sant’Antonio e del corteo del Torneo dei Rioni, sono stati creati dalle mani operose dell’Associazione di Promozione Culturale e Sociale “Terra Nostra” del Comune di Fragagnano, guidata dal presidente Orazio Surgo. Momento più suggestivo dell’intero evento è stato rappresentato dall’inginocchiamento dello schiavo turco davanti all’altare della “Cappella dello Schiavo”, che in profonda orazione ha accolto il Sacramento battezzandosi col nome di Francesco. Ad accompagnare melodicamente i tre cortei storici durante la parata nelle vie del Comune, sono stati i rintocchi festosi delle trombe e dei tamburi del “Gruppo Sbandieratori e Musici S.Domenico” di Oria che con i loro spettacoli aerei, hanno saputo tenere col fiato sospeso tutti i presenti. Ad accompagnare il tutto, è stato anche il “Gruppo dei Tamburini del Barone di Freganius” del Comune di Fragagnano, che con il fragoroso ma melodico suono dei tamburi, ha allietato lo scandire dei vari momenti della parata nel cuore del centro storico del Comune di Sava, accompagnando degnamente i propri cortei storici. Da un’intervista realizzata al presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Sava, Giovanni De Matteo si è espresso dicendo che l’evento organizzato in questa VI edizione, ha raccolto frutti maturi ben meritati grazie alla plurima collaborazione tra varie associazioni anche di provenienza differente, la chiave di tale successo, inoltre, è stata la fusione sinergica di diversi progetti culturali dimostrata dai copiosi spettatori.
Eccezionale successo, dunque, quello meritato dal “Corteo Storico dello Schiavo” organizzato dall’Associazione Turistica Pro Loco Sava, Giovedì 23 Giugno 2015 presso il Comune di Sava.
di Vincenzo Ludovico
Accenti e declinazioni del Vino di Puglia
Il tutto nella due giorni di Vino è Musica
30 - 31 luglio – Quartiere delle Ceramiche di Grottaglie (TA)
Il vino in tutti i suoi accenti e in tutte le sue declinazioni cromatiche: dal Nord al Sud della Puglia. Un viaggio attraverso la sapienza del “far vino” di una delle regioni vitivinicole più importanti d’Italia che con le sue varietà autoctone oggi rappresenta una delle forme di rinascimento culturale e colturale del Mezzogiorno d’Italia. Ambasciatori di questo movimento saranno le 150 etichette di vino espressione di 40 cantine che dalla Daunia al Salento racconteranno dal 30 al 31 luglio nell’antico quartiere delle Ceramiche di Grottaglie il binomio tra Vino e territori.
La sesta edizione di Vino è Musica supera dunque ogni più rosea aspettativa e accoglie nei banchi di degustazione disseminati lungo il percorso delle vie, delle n’chiosce, delle terrazze e delle botteghe ceramiche artigiane, il meglio della proposta vitivinicola pugliese, diventando così uno degli appuntamenti cult dell’estate per tutti i wine lovers e eno-turisti. Un programma di eventi che pone al centro dell’attenzione il Vino, e lo reinterpreta attraverso la musica, la gastronomia, le forme d’arte più disparate (fotografia, pittura, libri) prospettando un itinerario sublime tra le emozioni che ogni vino è in grado di suscitare: negroamaro, primitivo, nero di troia.
Un vino che lascia le cantine e i blasonati concorsi per affrontare la prova più importante: quella dei consumatori finali. Dietro ognuna delle 25 postazioni previste per ogni singola cantina, infatti, ci sarà il produttore che presenterà al meglio le sue produzioni e attenderà il verdetto del pubblico che arriverà al termine della degustazione.
Parametri organolettici, rapporto qualità/prezzo, facilità di comprensione di ogni tipo di vino, il giusto abbinamento ad un piatto o ad una preparazione gastronomica, saranno i test più importanti nell’ambito di una iniziativa (unica nel suo genere nel Sud Italia – ndr) mette in contatto diretto chi produce con chi consuma.
Non mancheranno i giudizi degli esperti nella parte di rassegna dedicata ai Blind Test che inizieranno il 28 luglio e termineranno con il premio di qualità assegnato da tecnici, giornalisti di settore, personalità del mondo del vino.
Verso la scoperta dei vini pugliesi i visitatori potranno anche scegliere di essere guidati, da ciceroni di tutto rispetto. I laboratori del Gusto di Vino è Musica, infatti, contano sull’esperienza e i buoni consigli dell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino), che proporrà il viaggio nel mondo delle bollicine pugliesi, dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier), che prenderà per mano chi vorrà approfondire le proprie conoscenze e abilità nelle tecniche di degustazione, di Slow Wine e Slow Food, sacerdoti del mangiare e del bere sano con percorsi di abbinamento tra vino e cibo, e dalla professoressa Maria Teresa Bilancia, docente dell’Università di Bari specializzata in naturale e biologico.
I qualificati laboratori si terranno nella due giorni della rassegna (30-31 luglio) a partire dalle 21.00 in altrettanto qualificati luoghi della storia e della cultura locale: la Casa Museo Vestita, la Terrazza Nardina della bottega di Ceramiche Keramos, il cortile della bottega delle Ceramiche Pinca e la terrazza della Bottega di Eligio Bonfrate.
Originale anche il percorso offerto dalla guida di Daniele De Michele, al secolo Don Pasta. Un tour estroso e musicale tra vini e brani pop e rock del panorama musicale internazionale. Il 30 luglio previsto il suo Cooking dj set un viaggio fatto di vinili e pentole, mixer e minipimer per frullare musica e veloutés. Il 31 luglio doppio appuntamento: il racconto della sua attività di recupero del patrimonio della cucina popolare con la presentazione dell’Artusi Remix e il suo Wine Sound System.
La rassegna Vino è Musica è ecofriendly grazie alla richiesta della certificazione volontaria “Ecofesta Puglia”, unica in Italia a intervenire negli eventi per ridurne l'impatto ambientale e co-finanziata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca grazie al bando Smart Cities and Communities and Social Innovation.
Gli accrediti per le degustazioni possono essere prenotati e acquistati attraverso il sito www.vinoemusica.it
Web: www.vinoemusica.it •
A Torricella va in scena Note di degustazione
Quattro appuntamenti musicali nella storica Masseria Trullo di Pezza
Partirà giovedì 23 luglio la rassegna musicale “Note di degustazione” proposta dalla Masseria Trullo di Pezza di Torricella. Quattro appuntamenti nella splendida cornice mediterranea immersa nella natura, tra trulli e muretti a secco.
ll primo appuntamento sarà affidato al giovane cantautore pugliese Davide Berardi. Reduce da pochi mesi dal premio Bruno Lauzi, Davide ama fondere testi inediti ad immagini e suoni semplici ed efficaci, comuni, umani quasi universali. Le sue canzoni sono piazze, strade, stazioni, teatri dove vanno in scena le storie della vita e dove la canzone d’autore incontra musica popolare e sfumature jazz che appaiono grazie ad una precisa idea di contaminazione.
Le sue note potranno essere accompagnate dai pregiati vini di produzione della Masseria raccontati proprio da chi li produce. Le degustazioni saranno abbinate a prodotti tipici del territorio. Inoltre sarà possibile visitare anche la cantina ricavata dal sapiente recupero di un’antica masseria del 1830.
Per Informazioni:
Masseria Trullo di Pezza
Contrada Trullo di Pezza • Torricella (TA)
Tel +39 340 0617906