Muretti a secco in pietra su zolle dure, olivi antichi ed enormi, un territorio di lieve ondulazione dove l’odore del mare e della terra si confondono e si compenetrano, dove i paesi dove d’estate e a Natale torna chi è andato altrove sono collegati da un reticolo di strade e stradine. L’immaginario un po’ da cartolina eppure non lontano dalla realtà assegna questo scenario al “Tacco d’Italia”: a quel Salento da un po’ di anni s’è conquistato una reputazione da meta paesaggistica-vacanziera grazie più varianti (umane, non urbanistiche): da un lato un risveglio culturale maturato intorno alla riscoperta della “pizzica” e delle tradizioni con i suoi addentellati cultural-turistici, dall’altro grazie a un territorio parzialmente ben conservato e comunque, laddove non ferito, unico che ha peraltro affascinato più registi. Salvo mutamenti (non inversioni) di rotta, però, il paesaggio ultimo salentino verrà ferito gravemente da un’autostrada con un viadotto sproporzionato e una rotonda stradale troppo invadente.
La pizzica salentina come il blues del Mississippi. Parola del Wall Street Journal, che in occasione della ‘Notte della Taranta´, il festival della pizzica che anima da ieri il Salento fino al 28 agosto, quest´anno affidato alla sapienza concertistica del compositore Ludovico Einaudi, dedica quasi due pagine alla danza popolare pugliese, paragonandola per le sue radici popolari e rurali e per le sue origini avvolte dal mito alla musica nata nel sud degli Usa nelle comunità di schiavi africani. «Come il blues del delta del Mississippi questa forma musicale, nata sotto il sole crudele di questo lembo estremo nel sud est dell´Italia, ha avuto origine nei campi», scrive il quotidiano finanziario a proposito della pizzica salentina, descrivendola come «una valvola di sfogo musicale, carica e ferocemente ottimistica, dalle inevitabili fatiche di una vita di duro lavoro, sotto un rigido sistema sociale».

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«L'Obama bianco contro Berlusconi»: è questo, fra il serio e il faceto, il titolo che Haaretz, prestigioso quotidiano progressista israeliano, ha dedicato ieri al governatore della Puglia, Nichi Vendola, presentandolo in una lunga intervista-ritratto come un personaggio politico in ascesa e come «la speranza della sinistra in Italia». Haaretz, distribuito anche in una edizione in lingua inglese, ha dedicato al leader politico pugliese un ampio ritratto definendolo «cattolico, comunista e omosessuale». Il giornale ha anche raccolto l’opinione del direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Carlo Bollino. Vendola ha parlato dellla situazione interna e di quella internazionale, non senza sottolineare le sue critiche a Israele né il rischio – dal punto di vista israeliano – che una sua ipotetica ascesa al rango di leader nazionale sia destinata a «cambiare molte cose nella politica futura dell’Italia: incluso il caldo atteggiamento» tenuto finora da Silvio Berlusconi verso lo Stato ebraico.
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BRINDISI — È un impianto fotovoltaico da 71,64 megawatt quello che Green Power, società del gruppo Enel che gestisce gli impianti per le energie rinnovabili, intende realizzare a Brindisi nei terreni vicino alla centrale termoelettrica Federico II. La società ha già presentato alla Provincia di Brindisi la richiesta per ottenere la Valutazione d’impatto ambientale (Via), necessaria all’inizio dei lavori dell’impianto fotovoltaico più grande d’Italia: oggi il primato spetta a quello di Montalto di Castro (in provincia di Viterbo) ed è pari a 28 megawatt. Ad essere sfruttati per l’installazione dei pannelli solari saranno i terreni di proprietà di Enel lungo il nastro trasportatore della centrale, quelli che delimitano il perimetro esterno ma anche i tetti delle serre da realizzare su quelli di proprietà degli agricoltori, limitrofi alla Federico II.
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