Astràgali Teatro apre la programmazione autunnale della sua rassegna Teatri a Sud con due giornate dedicate alla disabilità e all’inclusione, ospitando una tappa del progetto “Scarti. Valorizzare le diversità”. Giovedì 9 e venerdì 10 ottobre, alle 20, negli spazi della Distilleria di San Cesario di Lecce viene presentato al pubblico lo spettacolo “Scarti” della Compagnia NèonTeatro con la regia di Monica Felloni e la drammaturgia poetica di Piero Ristagno; in scena Danilo Ferrari, Angela Longo, Stefania Licciardello, Enzo Malerba, Gaia Santuccio, Francesca Sciatà, Maria Stella Acolla (traduttrice di Danilo Ferrari).“Scarti. Valorizzare le diversità” è un progetto dell’Associazione Culturale Cittadina Universitaria Aenigma, in partenariato con NèonTeatro e Astràgali Teatro, e sostenuto dal Ministero della Cultura, che mira a favorire l’accesso alle professioni dello spettacolo dal vivo da parte di artiste e artisti con disabilità, valorizzando i talenti e il contributo creativo e interpretativo come fattore di diversità, innovazione e crescita sociale e culturale e promuovendo una nuova sensibilità per il diritto di cittadinanza artistica e professionale in una società più inclusiva.Lo spettacolo “Scarti” trae ispirazione dal libro “Punto di vista” di Danilo Ferrari, affetto da tetraparesi spastico-distonica, e coinvolge giovani attori tra cui quattro con disabilità, nella parte ideativa, autoriale e interpretativa. Per una maggiore fruibilità sono messi a disposizione strumenti di accessibilità come audiodescrizione per ipovedenti, traduzione LIS per sordi e accesso architettonico facilitato. Danilo Ferrari, autore, giornalista, attore, nato con tetraparesi spastico-distonica e con assenza di linguaggio, per anossìa, sarebbe stato da “scartare” e invece diventa simbolo di vitalità creativa. Il titolo dello spettacolo racchiude una molteplicità di snodi narrativi e interpretativi che alimentano il lavoro laboratoriale dei giovani attori per approdare, infine, a una compiutezza di senso e originale messa in scena. “Scarti” è una proposta di creazione artistica per un'opera prismatica nella quale parole, danza, musica, video, pittura si fondono in un dialogo poetico che ridesti la materia delle cose e delle relazioni a nuova vita.Nel pomeriggio del 10 ottobre, alle 15, nel Centro Diurno “Nuova Villa Margherita” di San Cesario di Lecce, è previsto anche l’incontro pubblico “Punti di vista. Storie e visioni di un teatro condiviso”, che si apre con i saluti istituzionali di Elisa Rizzello, Assessore alle politiche sociali, dell'inclusione e per la disabilità del Comune di San Cesario di Lecce, Maria Serena Pedone, Presidente della Società Cooperativa Sociale “Nuova Villa Margherita” e Diego Rollo, Coordinatore del Centro Diurno Socio Sanitario “Nuova Villa Margherita”. Intervengono sui temi dell’inclusione e della disabilità nell’ambito teatrale e professionale, portando la propria esperienza come esempio, Piero Ristagno, direttore artistico NèonTeatro, Monica Felloni, regista dello spettacolo “Scarti”, Danilo Ferrari attore e scrittore, e Maria Stella Accolla, traduttrice di Danilo Ferrari.
La rassegna Teatri a Sud prosegue fino a dicembre con il cartellone di “Per un teatro delle ragazze e dei ragazzi”, dedicato al pubblico più giovane, che prevede “Il Giudizio. Spettacolo di ombre in cui gli animali processano gli uomini, con Onur Uysal e Matteo Mele, “Hansel e Gretel” della Compagnia Molino d’Arte di Altamura, “Le avventure di Giovannino” della compagnia Porta Cenere di Cosenza, “I musicanti. Quattro amici in viaggio” di Teatro Le Giravolte di Aradeo. A questi si aggiungono l’incontro pubblico “L’attualità del pensiero di don Milani tra memoria e futuro”, gli spettacoli “I Care. Lettera a una professoressa” di Chille de la Balanza, “Son io cosa vostra? Maschere, musica e …donne: Goldoni oggi” di Compagnia Hellequin, “Pierre e Jean” di Compagnia Diaghilev e i momenti di danza “Meeting Point. Matria: rivoluzioni silenziose” e “Deviazione della rondine: Monologo danzato” di Fabrizio Varriale. La rassegna Teatri a Sud, è curata da Astràgali Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia e con la collaborazione del Comune di San Cesario di Lecce.
La partecipazione allo spettacolo prevede un costo di euro 5 con prenotazione obbligatoria, mentre l’incontro pubblico ha ingresso libero. Per Info: Tel. 389.2105991, mail:

Ripartono i workshop intensivi della Scuola di Teatro proposti e curati da Astràgali Teatro, in collaborazione con l’International Theatre Institute Italia. Si prevede, dunque, un nuovo ciclo di tre incontri di alta formazione, in programma dal 16 al 18 ottobre 2025, presso la sede storica della compagnia teatrale, in via Giuseppe Candido, 23 a Lecce. Le lezioni sono condotte dal regista Fabio Tolledi.
Il workshop è destinato a chiunque voglia intraprendere un percorso teatrale, o approfondirlo, e si sviluppa attraverso tecniche individuali e collettive, riguardanti il movimento, la vocalità, il canto, l'interpretazione di un testo e la sua “messa in azione”, necessarie per far emergere le peculiarità di ciascuno all’interno del gruppo. Attraverso queste tecniche, elaborate nel corso di una vasta, lunga ed articolata esperienza artistica della compagnia di Astragali Teatro, si potranno apprendere elementi legati alla presenza sulla scena, concentrandosi su gesti, sguardo, azione e voce, con la possibilità di ascoltare e comprendere il senso del “fare teatro”, stimolando la creatività.
La compagnia Astràgali Teatro nasce nel 1981 a Lecce per fare teatro e dare vita ad uno spazio di circolazione dei discorsi e delle pratiche. Riconosciuta dal 1985 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come compagnia teatrale d’innovazione, dal 2012 è sede del Centro Italiano dell’International Theatre Institute dell’Unesco. Ha realizzato progetti artistici, spettacoli, percorsi formativi, attività in circa 40 paesi in tutto il mondo. Nel corso di questi anni numerosi spettacoli hanno trovato casa in molti luoghi di grande interesse culturale in Italia e all’estero, anche in siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Fabio Tolledi è regista, poeta, direttore artistico di Astràgali Teatro, con cui ha realizzato regie teatrali e residenze artistiche in circa 40 paesi in tutto il mondo. Per la sua attività teatrale, finalizzata al dialogo interculturale e alla promozione di pratiche di pace in aree di conflitto è stato eletto nel 2014 Coordinatore del Theatre in Conflict Zones Network dell’International Theatre Institute – ITI UNESCO. È presidente del Centro Italiano dell’ITI UNESCO e Coordinatore del Network Europeo ITI. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni oltre che interventi su riviste nazionali e internazionali di teatro e sociologia.
La Scuola di Teatro è organizzata e realizzata da Astràgali Teatro con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia e in collaborazione con il Centro italiano dell’International Theatre Institute – Unesco. Per info: tel.3892105991 –


“Not A Number”, nuovo EP di Kindread Project e Demiurgo
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MILANO – «L’uomo per me è Narciso».
È la sintesi fatta da Carmen Consoli alla presentazione del suo nuovo album “Amuri luci”, davvero audace, in uscita venerdì 3 ottobre, primo capitolo di un progetto che esplorerà le tre anime che hanno definito la sua carriera e la sa scrittura.
«Lo abbiamo registrato gran parte in presa diretta, dal vivo, io con una chitarra classica di fine ottocento di una mia trisavola, nella mia casa di campagna, vicino all’Etna – ha esordito la ‘cantantessa’ – Ci siamo ingrassati perché cucinava mia madre».
Questo primo capitolo di undici brani affonda nelle radici linguistiche e culturali dell’artista che canta in siciliano e stratificazioni di arabo latino e greco.
«Sono appassionata di lingue, anche veneto perché mia madre è veneta – ha ammesso l’artista – Ci parlano della cultura e queste canzoni non penso vadano in radio, non ci andavo neanche quando cantavo in italiano: non avrà successo neanche in Grecia perché canto in greco antico; ho messo insieme le voci nell’arco dei secoli».
La scelta della lingua siciliana, arricchita da stratificazioni di arabo, latino e greco, non è nostalgia né folclore, ma ritrae, nelle parole e nei suoni, un'isola polifonica, crocevia di civiltà, ponte tra epoche e culture, luogo dove il passato continua a parlare costantemente al presente; la lingua madre diventa strumento vivo di memoria, di verità e di resistenza.
«Con questa lingua divento un po’ polemica e canto anche meglio – ha puntualizzato – Mi aiuta a tirare fuori una parte introspettiva, mi tira fuori quel blues, lingua di terra, di canti popolari che nascono dalla necessità di esprimere disagi e avere disappunti».
Con “Amuri luci” Carmen Consoli inaugura una trilogia discografica, tre dischi diversi, tre visioni autonome, un unico progetto organico che restituisce tutta la ricchezza di un’artista capace di reinventarsi senza perdere la propria identità.
«In questo primo celebro l’amore che è luce oppure il desiderio di luce, come anche l’amore per la verità e la conoscenza così anche l’amore è verità e conoscenza – ha confidato – È un codice genetico per capire le nostre potenzialità, impossessarci delle nostre radici, se non abbiamo la storia non abbiamo niente: le tre anime in cui voglio indagare; nel secondo disco tratterò la tragedia, Polifemo che ammazzerà Aci, un pastorello che ostacola il suo amore, quì Polifemo è un poeta, un ciclope innamorato; nel terzo disco, in italiano, ci sarà la metamorfosi: Aci e Galatea si uniranno nell’acqua».
Il disco si arricchisce inoltre della presenza di tre ospiti speciali, che ne ampliano le prospettive emotive e culturali: Mahmood in “La terra di Hamdis”, un dialogo con il poeta arabo-siculo Ibn Hamdis che diventa riflessione sulle migrazioni e sul dolore universale degli esiliati; Jovanotti in “Parru cu tia”, un inno alla ribellione e all’azione, dove la parola si fa gesto politico e poetico; il giovane tenore Leonardo Sgroi del Maggio Musicale Fiorentino, dialoga con Carmen in “Qual sete voi?” sulle orme di Nina da Messina, la prima donna a scrivere in volgare.
«A qualcuno dovevo supportarmi – ha osservato – Con Mahmood parlo del dolore nel lasciare la terra adorata, gli arabi furono molto amati e avevo bisogno di una voce che lo sostenesse e volevo tirare fuori i suoni arabi; con Jovanotti cerco di spronare l’uomo qualunque che fa la differenza, anche solo una persona può tirare fuori la rivoluzione: Lorenzo si è prestato a fare tutto ciò e mi ha fatto un grande regalo, anche se non verrà ballata in discoteca; mi serviva un tenore e con Sgroi è stata una collaborazione dolcissima, oltretutto è di origine siciliana».
Carmen Consoli ha doverosamente toccato la tragedia del popolo palestinese.
«La mia idea di politica non è dire ma partecipare attivamente e voglio essere utile a questa comunità, sbrighiamoci perché la gente muore, vengono ammazzati bambini – ha ricordato – Solidarietà al popolo palestinese, stiamo obbedendo a un Dio, il dio denaro con il suo esercito armato, il mio maggiore nemico, in nome suo si permettono stragi. Ho molti amici israeliani che si ribellano a tutto ciò, la diplomazia deve fare il proprio dovere, Netanyahu non è in leader molto fine. La flottiglia è un orgoglio, la gente che scende in piazza è la conoscenza, magari ci stiamo sbagliando tutti, ma è molto importante perché ci aiuta ad essere un popolo cosciente».
Questo autunno Carmen Consoli torna a teatro, all’acustica calda e morbida di quelle sale, alla vicinanza affettuosa del pubblico, il 22 e 23 ottobre a Torino (Teatro Colosseo), 24 a Genova (Verdi Teatro), 25 a Lugano (Lac), 28 a Trento (Auditorium Santa Chiara), 29 e 30 a Bologna (Teatro Duse), 3 e 4 novembre a Firenze (Teatro Verdi), 6 e 7 a Milano (Teatro Arcimboldi), 11 a Parma (Teatro Regio), 12 a Padova (Gran Teatro Geox), 13 a Udine (Teatro Nuovo G. Da Udine), 16 e 17 a Palermo (Teatro Politeama Garibaldi), 19 e 20 a Catania (Teatro Metropolitan), 27 a Forlì (Teatro Diego Fabbri), 28 ad Ascoli Piceno (Teatro Ventidio Basso), 29 a Pescara (Teatro Massimo), il 1° dicembre a Napoli (Teatro Augusteo), 5 a Cosenza (Teatro Rendano), 6 a Bari (Teatro Team), 18 e 19 a Cagliari (Teatro Massimo), 28 e 29 a Roma (Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone).
«Con gli spettacoli nei teatri ci sarà un’altra anima – ha detto – La prima parte sarà sulla scaletta di questo disco e la seconda sarà un’altra anima».
Il prossimo 10 ottobre 2025, alle ore 18:00, presso il Centro Culturale Galiani, (ex Conceria) ad Alberobello, si terrà l’incontro, condotto dalla Dottoressa Rosanna Guarini, Medico, Specialista in Medicina Preventiva, Counselor relazionale e formata in Medicina Narrativa, dal titolo “Raccontare per raccontarsi. Che cos’è?”.
La medicina narrativa rappresenta uno strumento prezioso per dimostrare che anche le parole possono curare. Attraverso la lettura di un racconto o di una fiaba e l’osservazione di immagini, in un clima di ascolto libero e privo di giudizio, i partecipanti saranno guidati in un percorso di esplorazione interiore: dalle proprie storie ai vissuti personali, fino a scoprire nuove chiavi di lettura di sè. Un’occasione per scoprire quel tesoro nascosto di risorse che ciascuno porta dentro di sé.
L’incontro è aperto a tutti e a ingresso libero. Si invitano i partecipanti a portare con sé carta e penna, strumenti semplici ma fondamentali per dare voce alle proprie parole e riflessioni.
«Con questa iniziativa – spiega l’Assessora al Welfare Valentina Liuzzi – vogliamo offrire alla comunità uno spazio di ascolto e di condivisione, in cui le storie personali diventano occasione di crescita e di benessere. La medicina narrativa è un approccio innovativo che arricchisce le relazioni di cura e mette al centro la persona, il suo vissuto e le sue emozioni».
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Alberobello, è promossa dall’Assessorato alle politiche sociali e coordinata dagli Uffici comunali.
Lo scorso sabato 27 settembre, Raffaele Costantini, autore di “Magma” (I Libri di Icaro – 2024) ha ricevuto il premio per la sezione romanzi editi.
Tra i cinque finalisti, tra oltre 270 romanzi editi partecipanti, Costantini porta a casa un secondo posto, tributatogli da una giuria di sette componenti, tra poeti, scrittori, docenti universitari e soprattutto amanti della scrittura.
Durante la cerimonia di premiazione del XIX° Premio Letterario Giovane Holden, svoltasi presso l’Hotel Esplanade in una luminosa Viareggio, sono stati consegnati premi speciali e attestati di merito in una sala gremita.
Oltre mille i partecipanti all’edizione 2025 del premio che da diciannove anni porta avanti la cultura organizzato da “Giovane Holden Edizioni” in collaborazione con Associazione Culturale "I soliti ignoti”, il blog “Vitamina L” e “Irbil”.Motivazione del riconoscimento: Intenso romanzo breve, il ritratto di una società
profondamente malata, guasta, attraverso gli occhi di tre ragazzini a cui vorrebbe rubare anche la speranza di un futuro migliore. Ambientata in un paesino del Sud dominato dalla mafia, la vicenda, dal forte impatto emotivo, trae vigore e sostanza dal legame affettivo fra i tre: il loro stare insieme come unico punto di luce in una vita tormentata. Legame destinato a sopravvivere nel protagonista anche quando le loro strade saranno ormai fatalmente divise e lui tornerà al suo paese. Un grumo di ricordi accorato che l’io narrante, quasi una moviola, rievoca con dolorosa consapevolezza, una sequenza dopo l’altra, come in un film. Scrittura densa, poetica, sorprendente.
Abstract: Tre ragazzini assistono ad un agguato mafioso in un bar affollato di un'estate degli anni ottanta. Crescono in un paese del sud che divora il futuro dei bambini. Il protagonista racconta l'amore che lo lega ai fratelli Luce e Nina, figli di un padre violento e di una madre anaffettiva.
Magma parla per analogia di ciò che avviene negli strati più profondi degli esseri umani come nelle viscere della Terra. Se la pressione diventa insopportabile e se il “fuoco” non trova un letto in cui scorrere placido, allora crolla tutto e il vulcano è pronto ad esplodere e a trascinare tutto con sé modificando per sempre il panorama.
La prosa poetica, tratto distintivo dell’autore, fa da sfondo sul quale si muove il disagio adolescenziale, tremendi segreti familiari e traumi infantili. Dove le strade diventano carne, le piccole cose assumono tratti epici e le anime dei protagonisti si staccano per non sentire il dolore dell’essere più o meno definitivamente rotti, fuori posto, fuori fuoco sempre.
Biografia autore:
Raffaele Costantini è scrittore e insegnante di Yoga. Nasce a San Pietro Vernotico nel 1974. Ha già raccontato le stesse strade che hanno visto crescere un giovane Domenico Modugno nel suo primo romanzo Otto Minuti (Lupo Editore, 2014), dove immagina la fine del mondo in una sperduta periferia del Sud Italia e ne Il bacio del figlio (Scatole Parlanti, 2021), una raccolta di racconti illustrati che parla della sua infanzia e adolescenza attraverso il filtro della poesia e del sogno. La sua scrittura è semplice, profonda, poetica.
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