Milano. Il 28 ottobre prende il via dal Teatro San Domenico di Crema il nuovo tour teatrale scritto e diretto da Gio Evan intitolato “L'affine del mondo”, lo spettacolo che racconta la storia di un mondo costruito dall'affinità e dalla connessione tra esseri umani, mescola poesia, fisica quantistica, musica e comicità per riflettere sull'importanza dell'ascolto e dell'armonia, proponendo un nuovo modo di concepire la vita e le relazioni.
«L’affine del mondo nasce dall'ascolto, nasce in contemplazione – ha sostenuto l’artista – Mi era arrivato il pensiero di parlare di inizio del mondo, perché ovviamente l'affine indica l'inizio, non c'entra niente con la fine del mondo, solo l'assonanza. In un mondo che si distrugge e si dichiara finito, mi piace contribuire al viceversa, nell'inizio. A me piace la vita. Spero che ormai, dopo nove anni di percorso insieme al pubblico, ha imparato che l'aspettativa è nemico del cuore: si deve aspettare la presenza, questo e basta. Perché, se non saremo lì, allora potrà essere preoccupante».
Il tour prosegue il 29 ottobre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine, 30 al Teatro Comunale di Belluno, 31 al Teatro Santa Chiara di Trento, 6 novembre all’Auditorium Conciliazione di Roma,
8 al Nuovo Teatro Carisport di Cesena, 9 al Teatro Arcimboldi di Milano, 10 al Teatro Verdi di Firenze, 11 al Teatro Moderno di Grosseto, 17 al Teatro Filarmonico di Verona, 18 al Teatro Colosseo di Torino, 25 al Teatro Duse di Bologna, 26 al Teatro Ivo Chiesa di Genova, 29 al Teatro La Fenice di Senigallia (Ancona), 30 al Teatro Massimo di Pescara, 4 dicembre al Teatro PalaUnical di Mantova, 9 al Teatro Acacia di Napoli, 10 al Teatroteam di Bari, 11 al Teatro Garden di Rende (Cosenza), 12 al Teatro Metropolitan di Catania, 13 al Teatro Golden di Palermo, 2 luglio 2026 al Parco delle caserme rosse (Sequoie Music Park) di Bologna.
Venerdì 19 settembre, invece, esce “L’eleganza del mango”, il nuovo album del poliedrico artista Gio Evan, il nuovo romanzo musicale, un viaggio sonoro e narrativo che oltrepassa i confini della semplice discografia, intrecciando poesia e canzone in un unico flusso.
«Il titolo mi ha scelto lui, io optavo per altri – ha confidato Evan – È venuto così, di testa sua in testa mia: mi ha convocato una voce e mi ha detto “il titolo deve essere questo” e io ho obbedito. Studiando in seguito il mango, ho riconosciuto i suoi insegnamenti e la sua eleganza: abbiamo bisogno di maestri umili, che non si proclamano, che non si dichiarano tali ma che in silenzio praticano una via retta. Come il mango».
Con “L’eleganza del mango” l’artista conferma la sua vocazione di “pensa-autore”, capace di unire scrittura, filosofia ed emozione in un linguaggio accessibile ma mai banale.
«I brani nascono dalla parola che diventa musica o dalla musica che accoglie la parola? – si è chiesto – Fanno proprio come pare a loro: io non ci sono più dietro ormai. Mi fido del pensiero e mi fido soprattutto dei luoghi dove vado a esercitare il pensiero e io mi limito ad ascoltare. Arriva una parola, una frase o un concetto e sono io a chiedergli “cosa vuoi essere? Come posso aiutarti?” il resto è intimità da scrivania».
Le tracce alternano ballate intime e momenti più ritmici e luminosi, componendo un percorso che restituisce immagini vivide ed emozioni immediate.
«Il protagonista, spaesato e stremato al suolo di un luogo non conosciuto, si ritrova davanti a un fuoco domato da un’antica entità – ha affermato Gio Evan – Sarà questa a guidarlo verso la saggezza ultima; quella che permette di farsi vento, fiume, animale, silenzio. Ogni cosa».
Gio Evan è un artista poliedrico, scrittore e poeta, filosofo, umorista, performer, cantautore e artista di strada, ha intrapreso un viaggio con la bicicletta che lo ha portato in India, Sudamerica ed Europa, comincia a studiare e vivere accanto a maestri e sciamani del posto da cui in Argentina viene battezzato come “Gio Evan”; ha scritto i libri “Il florilegio passato”, “Capita a volte che ti penso sempre”, “Ci siamo fatti mare”, il romanzo “Le chiamava persone medicina”, ha pubblicato il doppio album di esordio “Biglietto di solo ritorno” e nel 2021 ha partecipato al festival di Sanremo con il brano “Arnica” contenuto nell’album “Mareducato”, cui segue il disco “Ribellissimi”.
Torna l’atteso appuntamento con la Festa Patronale dei Santi Medici Cosma e Damiano, un momento di intensa spiritualità e partecipazione popolare che, da ben 389 anni, unisce la comunità di Alberobello nel segno della devozione, della memoria e della condivisione.
«La festa dei Santi Medici è il cuore pulsante dell’identità di Alberobello. Non è solo un evento religioso, ma un momento di unità, di comunità e di orgoglio per tutti noi» – dichiara il Sindaco Francesco De Carlo. «È un’occasione per accogliere con calore chi viene a visitarci, guidato dalla fede, e per mostrare la bellezza e l’autenticità della nostra Città».
Dal 19 al 21 settembre 2025 nella villa comunale “Sandro Pertini” di Ostuni (BR) torna Hopstuni beer fest, la grande festa dedicata alla birra artigianale, con cibo di qualità, musica e divertimento per tutti, organizzata per il secondo anno da Cheficolab e Bellinfusto pub indipendente.
Leggi tutto: A Ostuni torna Hopstuni beer fest dal 19 al 21 settembre
Il Comune di Alberobello intensifica la lotta contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti, con un intervento deciso e strutturato che prevede l’installazione nell’area urbana e periurbana di un sistema di videosorveglianza ambientale. Con la Delibera di Giunta Comunale n. 39/2025, sono stati forniti gli indirizzi operativi ai Responsabili del Servizio Igiene e del Comando di Polizia Locale per l’adozione delle misure necessarie a contrastare in maniera efficace il fenomeno.
Prosegue il ciclo di incontri dedicato all’educazione ambientale promosso dal Comune di Alberobello con l’ottavo appuntamento della rassegna “RiscopriAMOAlberobello”, in programma sabato 20 settembre, dalle 10.00 alle 12.00, nella suggestiva cornice della masseria Galeone.
MILANO. «È tutta la nostra storia, canzoni che vanno dagli anni sessanta fino al 2015, cosa veramente bella: in questo disco c’è tutta la storia de I Nomadi».
Lo ha precisato Beppe Carletti, fondatore de I Nomadi insieme ad Augusto Daolio, per l’album “Live al teatro Dal Verme” in uscita venerdì 19 settembre.
«È come ascoltare un concerto dei Nomadi – ha confermato il leader della band – La storia dei Nomadi è in questo progetto, c’è tanta roba: abbiamo inciso circa 370 brani ma abbiamo fatto una scelta seguendo i gusti delle persone che hanno gradito di più in questi anni; è tutto ‘live’ con veri strumenti musicali perché non usiamo computer, suoniamo davvero, bene o male, ma poco importa».
Dopo dieci anni dall’ultimo album dal vivo, I Nomadi tornano con questo nuovo e attesissimo ‘live’ di 18 canzoni in doppio vinile, formato digitale e cd.
«Abbiamo fatto diverse registrazioni perché non è mai buona la prima per noi – ha osservato Carletti – Abbiamo scelto questa perché è riuscita meglio, non perché abbiamo dato tanto di più: non facciamo differenza fra teatro e teatro, e neanche perché il teatro Dal Verme ci ha pagato».
Questo lavoro rappresenta molto più di una semplice uscita discografica: è un ritorno alle origini, un tributo alla dimensione che da sempre rappresenta l’anima de I Nomadi; la band, che ha fatto della musica dal vivo la sua essenza e il suo motore creativo, regala al pubblico un album carico di emozione, energia e verità.
«Questo ‘live’ è un viaggio emotivo che ci riporta al nostro habitat naturale – ha ammesso il musicista – Siamo nati e cresciuti nei concerti ed è lì che la nostra musica prende davvero vita: è un dono farlo oggi, con una nuova energia e con un pubblico sempre al nostro fianco».
È il primo ‘live’ del cantante Yuri Cilloni che negli ultimi anni ha saputo raccogliere e rinnovare l’eredità storica del gruppo.
«È il primo disco con Yuri dal vivo e sono contento per lui perché è giusto che gli venga riconosciuto questo perché crede in quello che sta facendo – ha sentenziato il tastierista della band – Dà quella giusta interpretazione a tutta la nostra musica, ci rede in quello che canta ed ha un riscontro molto bello da parte del pubblico che ci viene ad ascoltare e quando lo ascolteranno su questo disco sarà ancora più bello».
La new entry Domenico Inguaggiato alla batteria è la nuova forza ritmica che aggiunge freschezza e intensità al suono Nomadi.
«È la prima volta anche per Domenico a fare un ‘live’ – ha sottolineato il leader della band – È una grande soddisfazione ed è possibile immaginare quello che ha fatto in un anno e mezzo che è con noi: ci sono 40 anni di differenza fra noi due ma la musica unisce tutte le età, lui è un bravo ragazzo oltre ad essere un bravo batterista, perciò abbiamo scelto bene».
L’album è stato registrato durante il concerto al teatro Dal Verme di Milano nel dicembre 2024: raccoglie nuove versioni dei grandi classici e arrangiamenti pronti ad emozionare.
«C’è “Cartoline da qui” scritta da Luciano Ligabue e dedicata ad Augusto – ha ribadito Beppe Carletti – È evidente che ci sono pezzi come “Io vagabondo”, “Un pugno di sabbia”, tutta la nostra storia, “Noi non ci saremo”, “Dio è morto”, non abbiamo tralasciato niente della vita che hanno segnato la storia de I Nomadi, brani che abbiamo interpretato in tutti questi anni. Della formazione originaria sono rimasto solo io ma le canzoni sono qui e vivono sempre: le persone cambiano ma le canzoni rimangono, come testimoniano “Auschwitz”, “Canzone per un'amica” o “Dio è morto”».
I Nomadi ritornano dal vivo fra la fine dell’autunno e il prossimo inverno dopo le ultime date del tour estivo il 21 settembre a Capoterra (CA), 26 Apiro (MC), 27 Riccia (CB), 28 San Cesareo (RM), 30 Vasto (CH), 4 ottobre Aglientu (SS), 5 Terralba (OR), 6 Sorrenti (CA), 7 Masainas (SS) e il 10 Vicenza.
«Fra poco renderemo noto il calendario dei prossimi concerti nei teatri – ha concluso Beppe Carletti – Come tutti gli anni ci chiamano perché quanto abbiamo dato è stato fatto col cuore, con una grande risposta del pubblico».